Spesso nel mondo dello sport si è soliti affibiare improbabili soprannomi agli atleti. Molti di questi sono figli di forzati giochi di parole, nella maggior parte dei casi basati sul cognome del soggetto prescelto, volti ad evidenziarne inesistenti tratti mitologici. Tra tutti i nick name destinati al macero, però, c’è ne uno che modella alla perfezione l’essenza di una delle otto tenniste qualificate per le prossime WTA Finals di Singapore: il suo nome è Agnieszka Radwanska. La 27enne di Cracovia convive da diversi anni con l’appellativo di ‘Aga la maga’, qualifica che la numero 3 del mondo ha ampiamente dimostrato di meritarsi nel corso degli anni. Per ripercorrere la stagione dell’occultista polacca, perciò, non possiamo far altro che suddividerne i passaggi più significativi attraverso i diversi tipi di magia da lei perpetrati.
MAGIA NERA- Basata sull’evocazione di forze demoniache, indirizzata a scopi prettamente malefici. Nel corso del 2016 la fattucchiera dell’Est ha sfruttato per ben due volte il proprio nefando potere, scampando sconfitte altrimenti inevitabili. Il primo caso risale all’incontro di ottavi di finali contro la tedesca Friedsam, match in cui la polacca si è ritrovata sotto per 5-2 nel terzo set. L’ignara teutonica, trovatasi nella condizione di servire per aggiudicarsi l’accesso ai quarti di finali, è stata annientata da crampi di tale entità da invalidarne anche i movimenti più basilari. Ridotta l’avversaria in cenere, Aga si è limitata ad infierire con un’impietosa sequenza di palle corte, fino alla definitiva tumulazione tennistica dell’inerme rivale. A distanza di poco più di un quadrimestre, la polacca ha sentito l’esigenza di bissare il maleficio australe, dando un saggio della propria perfidia sui campi dell’All England Club. Nella sfida di secondo turno contro la croata Konjuh, la luciferina polacca ha ordito una beffa ancor più meschina della precedente. Sul risultato di 7-7 nel terzo set, la croata prova vanamente a recuperare una palla corta di Radwanska, finendo col calpestare la minuta sfera gialla, procurandosi una slogatura della caviglia che ne vanificherà ogni residua velleità di vittoria.
SPARIZIONE- Autentico cavallo di battaglia di Agnieszka, numero che la polacca ama eseguire prevalentemente nei tornei del Grande Slam. Il saggio più maestoso quest’anno è andato in scena a Parigi, nell’incontro di ottavi di finale contro Tatiana Pironkova. Trovatasi in vantaggio per 6-2 3-0, la polacca è stata in grado di subire un parziale di 10 giochi consecutivi da parte della bulgara, passando dalla condizione di mattatrice incontrastata a quella di impalpabile ologramma. Nell’ultimo mese la polacca ha dato vita ad altri due episodi di eclissi agonistica, facendosi rimontare prima da Wozniacki e poi Kuznetsova, partendo in entrambi i casi da un vantaggio di un set ed un break nel secondo parziale.
ESCAPOLOGIA- La capacità di liberarsi da costrizioni fisiche apparentemente insuperabili. In questa categoria è sufficiente rievocare la miracolistica epopea delle ultime WTA Finals. Dopo aver perso i primi due incontri del round robin contro Pennetta e Sharapova, la polacca ha evitato l’eliminazione solo grazie al successo di Sharapova su Pennetta per due set a zero, diventando la prima tennista ad ottenere la qualificazione per le semifinali con una sola vittoria su tre incontri. Non paga, Radwanska ha poi pensato bene di commutare le scampate esequie nel trampolino per il trionfo più prestigioso della carriera, aggiudicandosi il titolo dopo aver disarmato Muguruza e Kvitova.
Ciò che più colpisce dello sterminato repertorio della maga, però, è la capacità costante di viziare le pupille degli appassionati con prodezze balistiche ai limiti dell’inverosimile. Eleganza, delicatezza,fragilità e genialità: questa la miscela che rende Aga Radwanska la prestigiatrice più irrinunciabile del circuito femminile, raro ed inestimabile diversivo rispetto all’esercito di tediose replicanti che gremiscono la classifica. Inutile aspettarsi uno Slam o la conquista della prima posizione in classifica, se questo è ciò che vi aspettate da lei non potrete che rimanere sistematicamente delusi. In fin dei conti la maga è solo un bluff, uno di quegli inganni di cui non ci si stanca mai.
1 comment
Se ci fossero più tenniste come la Radwanska, forse la WTA non si troverebbe ad avere spalti vuoti anche in una semifinale di un Mandatory!
Invece gli ultimi anni sono stati caratterizzati da gente come la Williams e la Sharapova, che si contendono lo scettro per il gioco più noioso (o per quello di tennista più str*@#a del circuito)