Lei fa spallucce, ma Maria Sharapova è la giocatrice da battere in questo Masters.
Ottava volta per lei al torneo di fine anno, vinto una volta, nel lontanissimo 2004 (era ancora minorenne).
E’ stato un anno a due facce per la russa: una grande prima parte di stagione con le vittorie di Brisbane e Roma e la finale degli Australian Open, l’acuto a Wimbledon (semifinale) e poi più nulla. Ha saltato tutta l’estate, Us Open compresi, per un infortunio alla gamba destra. Rientrata a Wuhan, si è subito ritirata nel match contro la Strycova per un dolore al polso.
L’unica tra le partecipanti a essere in vantaggio con lei negli head to head è Flavia Pennetta. La brindisina si trova particolarmente a suo agio con la russa: le due si affronteranno già nel round robin.
Le altre due del girone sono Simona Halep e Agnieszka Radwanska: se la polacca è nettamente in svantaggio nei confronti diretti (12-2) e, pur in un ottimo periodo di forma, sembra sempre troppo leggera per una come la Sharapova, è sorprendente che la rumena non sia mai riuscita a vincere, pur lottando in svariate occasioni (come dimenticare i loro tre match nel corso del 2014, tra Madrid, Roland Garros e Cincinnati).
Le condizioni sono tutte da verificare, ma se Maria Sharapova si presenta in campo è perché sa di poter far bene. Singapore è alle porte, le avversarie sono tante e pericolose, ma lei c’è: la tigre siberiana è pronta a piazzare la sua zampata.
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