Due settimane fa, a quest’ora, Novak Djokovic si laureava per la settima volta campione degli Australian Open, battendo in finale Rafael Nadal. Una partita giocata in maniera perfetta, senza nessuna sbavatura, gli ha consegnato il quindicesimo slam della carriera e la settima coppa australiana sulla Rod Laver Arena. Melbourne, per il campione di Belgrado, è sempre stato il major dove Djokovic ha profferito le migliori prestazioni e nel quale non ha mai sbagliato un colpo nel rush finale. Da Jo Wilfried Tsonga a Rafa Nadal, passando per Andy Murray, gli avversari di Nole, a Flinders Park, hanno sempre dovuto gettare la spugna messi al palo dal gioco asfissiante e dalla forza mentale che da sempre lo contraddistinguono nel circuito.
Ripercorriamo ora le sette finali e i sette titoli annessi che gli hanno consegnato il record del tennista più vincente degli Open d’Australia.
2008: 46 64 63 76 (2) a Jo Wilfried Tsonga
Per Nole si tratta della seconda finale slam della carriera, dopo la prima persa contro Roger Federer pochi mesi prima a New York. Il serbo in finale affronta il francese Tsonga, dopo aver battuto Querrey, Hewitt, Ferrer e proprio Federer in semifinale. Il transalpino, in semifinale, aveva avuto la meglio, invece, su Rafael Nadal. Entrambi i giocatori avevano dunque privato il pubblico del sogno di un Fedal in finale, attirandosi le ire degli appassionati. Djokovic in avvio di gara parte falloso e contratto, ma nel secondo set riesce a sbloccarsi e sa soffrire quanto basta nel quarto per non perdere la bussola e portare a casa il primo slam della carriera. Per Jo Wilfried Tsonga questa resta l’unica finale slam raggiunta nel suo lungo cammino all’interno del circuito ATP.
2011: 64 62 63 a Andy Murray
E’ la quarta finale slam per Nole, la seconda per Andy Murray. Entrambi i giocatori sono coloro che vorrebbero intromettersi all’interno del dominio del Fedal, però qualcosa li porta sempre a doversi arrendere sul più bello. Ma questa partita mette in chiaro che, tra i due, le maggiori potenzialità per farsi strada nel duopolio le ha il serbo. Già campione slam e vincitore alle Finals 2008, Djokovic mette in tasca il secondo major a Melbourne Park con un incontro gestito in modo impeccabile. Durante il cammino aveva sconfitto Berdych e Federer in tre set, presentandosi in finale da favorito e il pronostico non viene smentito. Per lo scozzese questa è la prima di altre tre finali, tutte perse, contro il serbo.
2012: 57 64 62 67 (5) 75 a Rafael Nadal
La finale slam più lunga della storia del tennis l’hanno disputata loro due. 5 ore e 53 minuti di partita per quella che, alla fine, si è trasformata in una maratona di boxe, dove l’ultimo gancio ha messo KO il maiorchino dopo essere stato in vantaggio nel quinto set per 4-2, con tanto di palla per il 5-2. Durante la premiazione i due campioni erano talmente esausti che fu loro offerta una sedia per potervisi appoggiare, in attesa di iniziare la cerimonia. Nadal, durante il discorso, salutò il pubblico con un simpatico “good morning“; Djokovic asserì che “quel giorno era stata fatta la storia di questo sport“. Di sicuro si era capito, e accettato, che il belgradese oramai era entrato di diritto nel podio dei magnifici tre assieme agli due rivali e che la sua scalata ai vertici del tennis non si sarebbe arrestata quel giorno. Di questa splendida finale resta impresso il calore con cui il pubblico l’aveva seguita e sostenuta fino all’ultimo punto.
2013: 67 (2) 76 (3) 63 62 a Andy Murray
L’anno precedente Murray era stato l’avversario di Nole in semifinale e lo scozzese si era arreso dopo una battaglia di 5 set ed essersi trovato in vantaggio per due set a uno. Nel 2013 Andy Murray si è presentato agli AO in forma smagliante, da fresco campione slam, e in finale ha messo subito in chiaro le sue intenzioni incamerando il primo set. Novak Djokovic aveva giocato un ottavo di finale strepitoso contro Stan Wawrinka, ma contro questo Murray le sue risorse sembravano non essere sufficienti. La partita cambia nel terzo set, momento in cui Andy si accorge di avere delle vesciche al piede destro e infatti non riesce più a correre come prima. Il serbo ne approfitta e mette a segno il terzo Australian Open consecutivo e il sesto major della carriera. Per Murray, a fine gara, tanti rimpianti, ma anche la certezza di aver dato tutto quello che aveva finché lo possedeva.
2015: 76 (5) 67 (4) 63 60 a Andy Murray
E’ la terza finale tra i due rivali, qui a Melbourne. L’anno precedente Djokovic era stato battuto, dopo una partita incredibile, ai quarti di finale da Wawrinka che poi inanellerà la coppa, mentre Murray era stato estromesso da Federer sempre ai quarti di finale. L’ultimo atto si presenta durissimo nei primi due set, ambedue chiusi al tie-break, dopo una sfilza di break e contro-break come solo nel femminile siamo abituati a vedere. Nel secondo parziale un paio di non forzati del serbo mettono in parità la partita (dopo aver vanificato un vantaggio di 4-2) e trascinano per la seconda volta la questione al tie-break, frazione che Nole giocherà malissimo. Ma nel terzo l’incontro gira e ad averne di più, fisicamente ed emotivamente, è il belgradese che nel quarto set rifilerà addirittura un bagel allo scozzese, battendolo per la terza volta di fila su tre finali australiane disputate. Per Novak Djokovic questo è l’ottavo slam della carriera, traguardo che lo appaia a mostri sacri del calibro di Ivan Lendl e Jimmy Connors.
2016: 61 75 76 (3) a Andy Murray
Ennesima finale tra i due ribattitori più in forma del circuito. Djokovic è reduce da una stagione fenomenale che lo ha visto disputare tutte e quattro le finali slam e vincerne tre. Murray è sempre lì che insegue, ma anche questa volta non sembra avere chances contro la dittatura imposta dal serbo. Infatti la finale sarà combattuta solo nel secondo e nel terzo set, dato che il primo scivola via in fretta. Nel tie-break del terzo Murray però non resta lucido, perde l’apporto della prima di servizio e alla fine perde, ancora una volta, la possibilità di ottenere il primo slam sulla Rod Laver Arena. A colpire, durante la premiazione, sarà lo sguardo affranto dello scozzese nel l’ammirare con mestizia la coppa sollevata dal rivale.
2019: 63 62 63 a Rafael Nadal
E siamo, finalmente, arrivati ai nostri giorni. Dopo un’assenza di tre anni, e tante vicissitudini al suo interno, Novak Djokovic ritorna in finale a Melbourne, mentre Rafa Nadal, dopo due anni dall’ultima finale giocata in Australia e uno stop di quattro mesi, riaggancia l’ultimo atto al primo torneo disputato dopo l’infortunio alla caviglia. La domanda più frequente è se questa finale sarà mai un remake del mitico 2012 e se sarà mai una battaglia così dura come quella di sette anni prima. Ma nulla di tutto ciò avverrà. Infatti Djokovic metterà in campo una prestazione perfetta e autoritaria ai danni di un Nadal non ancora del tutto pronto, tatticamente, per affrontare una finale sul cemento dopo l’ultimo infortunio subito. Saranno tre set dominati dal serbo, con Nadal a cui non verrà mai data una chance che una per rimettere in piedi una partita già segnata dopo i primi 20 minuti. Per Novak Djokovic questo trionfo rappresenta l’apoteosi di una carriera straordinaria; per lo spagnolo, purtroppo, l’ennesima battuta d’arresto (la quarta) in un torneo che non gli ha mai sorriso abbastanza. Settimo Australian Open, invece, per il belgradese che mette a segno un record che potrebbe rimanere imbattuto per decenni.
2008, 2011, 2012, 2013, 2015, 2016, 2019. Sono questi gli anni che per Novak Djokovic hanno rappresentato i momenti di gloria vissuti in Australia: sette coppe, sette finali, sette titoli che lo assurgono al terzo giocatore dell’era Open più forte di tutti i tempi e al recordman assoluto in terra d’Oceania. Insomma, a Melbourne nessuno come lui e potrebbe non essere ancora finita qui.