Stava giocando nel torneo da $25,000 di Istanbul dello scorso ottobre quando Elizaveta ha mandato il proprio campione di urine ad un laboratorio della World Anti-Doping Agency a Montreal ed è stato scoperto che esse contenevano furosemide e torasedime, due sostanze rientranti nella lista di quelle proibite dall’anti-doping.
Koklina ha poi ammesso la sua violazione, e ha spiegato come ha introdotto tali sostanze nel proprio corpo: per ridurre un rigonfiamento del proprio piede, la madre le aveva dato una pastiglia di Torsid il 7 ottobre e una di Lasix sette giorni dopo; l’evento si è poi ripetuto attorno al 22 dello stesso mese, ma per errore, in quanto le pillole sono state scambiate per quelle utilizzate solitamente dalla russa per combattere le congestioni.
Il uso allontanamento dai campi rimane confermato per un anno. Koklina deve ancora farsi un nome all’interno del circuito, visto che non è mai entrate nelle prime 500 junior al mondo e non ha neanche mai vinto un turno nei tornei professionistici.
0 comments
Questo improvviso sbocciare di fenomeni dei paesi dell’est balcanici ecc. Non è sospetto. ?
Peccato che i tre quarti degli atleti dell’est crescono e si allenano in America o in Europa sin da piccoli
Da piccoli ? . Quando sono già stati pompati a dovete.