Adria Tour, proseguono i commenti dei colleghi di Djokovic

Pospisil difende il numero 1 del mondo, Lopez attacca anche le autorità serbe

Continuano le reazioni post Adria Tour, in quest’estate che sta assumendo sempre più i contorni di una guerra tra chi è pro e chi è contro il numero 1 del mondo Novak Djokovic (o meglio tra chi lo giustifica apprezzandone le buone intenzioni e chi lo condanna). Gli ultimi in ordine di tempo ad esprimersi su questo tema sono stati il canadese Vasek Pospisil, attualmente numero 93 del ranking Atp, ex campione di doppio a Wimbledon nel 2014 (in coppia con Jack Sock) e lo spagnolo Feliciano Lopez (numero 56 Atp) con opinioni abbastanza contrastanti.

Vasek Pospisil

Pospisil si è schierato con chi difende il campione serbo per l’organizzazione del torneo, pur sottolineando l’imprudenza a livello tempistico vista la crisi epidemica ancora in corso. “Credo che abbia imparato la lezione-ha dichiarato il canadese ai microfoni di Radio Canada Sports-le sue intenzioni erano sicuramente buone, ma organizzare un torneo così velocemente è stato un errore. Ci siamo scambiati qualche messaggio nelle ultime ore ed era veramente dispiaciuto per quanto accaduto. Doveva essere un evento di beneficenza per riportare il tennis nei paesi dell’ex Jugoslavia, un bel progetto, peccato sia andata così”.
La vede invece in maniera diversa l’esperto “collega” di Toledo Feliciano Lopez. Il trentottenne spagnolo, attualmente numero 56 del ranking Atp oltre alle critiche per il campione serbo ha puntato il dito (giustamente) sulle autorità serbe che hanno permesso anche l’organizzazione di eventi più grandi come quelli legati al mondo del calcio e del basket: “La colpa non è soltanto di Djokovic. Certo lui doveva dare un’immagine diversa ma i politici del paese, le autorità sanitarie, che hanno consentito l’organizzazione del torneo con 4000 persone e senza mascherine sugli spalti, hanno avuto grande responsabilità per quanto accaduto”.

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