Proprio l’anno scorso Daniele Bracciali tornava al Roland Garros per giocare il torneo di doppio, affiancato da Seppi, dopo aver scontato una pesante squalifica per scommesse. Quest’anno tuttavia non ha potuto prendere parte allo Slam parigino. Il perché lo ha rivelato a La Repubblica. Partendo dai fatti del 2018 ha affermato: “Parto dall’anno scorso, dove tornai finalmente a giocare, feci prima un Challenger al Garden di Roma, poi volai subito a Parigi dove grazie a Seppi sono entrato in tabellone di doppio. Uscì anche un terzo turno inaspettato per noi, l’importante non era vincere. Tutti i giocatori mi dicevano “Braccio is back”, fu un rientro da sogno. Ciò durò davvero pochi mesi perché l’ATP mi richiamò per sostenere ancora un altro processo, eppure il Tribunale di Cremona mi assolse per non aver commesso il fatto, per via di una partita a Barcellona nel 2011 dove sono stato accusato di aver fatto da tramite ad una partita di Starace. Mai pensavo di dover essere condannato, ci rimasi male”. Verso Novembre tornò anche in Top 100 di doppio ma il 20 dello stesso mese è stato nuovamente condannato e fermato con la massima pena, colpevole di aver fatto parte di un’associazione a delinquere, eppure per questa fatto è stato assolto dal tribunale di Cremona: “Feci ricorso al Tas di Losanna, sperando in tempi celeri ma siamo ancora a Giugno e aspetto ancora l’udienza ma anche se assolto sarei costretto al ritiro perché perdi classifica e rientrare a certi livelli è davvero difficile, indifferentemente se hai 40 anni o hai 25 anni. Provo enorme dispiacere, a 40 anni ero rientrato davvero bene, vorrei chiudere la mia carriera sul campo e non in questo modo, vorrei solo giustizia” conclude Daniele, che mostra tutto il suo dispiacere chiedendo, una volta per tutte, giustizia.