Se cè un giocatore che nel circuito ATP non ha certo bisogno di motivazioni è David Ferrer. Persona fortemente determinata, amante del lavoro duro, consapevole di aver costruito con la fatica il suo tennis e la sua invidiabile posizione di classifica.
Attualmente è il numero uno della sua nazione, e ha tirato spesso la carretta tra gli alti e bassi dei suoi conterranei, compresi quelli nobili come Nadal o i più dotati di talento ma meno costanti, come Verdasco e Almagro.
Eppure, quasi come un principe che beneficia di un incantesimo, ha dovuto pagare qualche tributo al suo fisico, fortemente sfruttato. Una tendinite al braccio destro, fastidiosa, ostica e particolarmente dolorosa, tanto da aver sostanzialmente costretto il giocatore di Alicante a saltare lestate.
E così ancora oggi, dopo aver dato forfait a Wimbledon e, più dolorosamente, ai tornei estivi sul rosso, suo terreno naturale.
Al suo quindicesimo anno da pro, poche le speranze al momento di rientrare per lappuntamento con lUS Open, torneo nel quale rischia di giocare senza però aver ripreso il giusto ritmo partita. Si parla, ma nulla di ufficiale per ora, di un wild card per lATP 250 di Winston-Salem, torneo per solito dedicato ai giocatori che frequentano il circuito statunitense o che gravitano nel continente americano, poco amato, insomma, dagli europei, che coincide con la settimana delle qualificazioni del torneo di New York, e che quindi ha un parco partecipanti adeguato ad un top player che vuole rientrare senza troppi patemi, ma solo con lobiettivo di giocare un punto che valga qualcosa.
Per ora, di sicuro cè la fisioterapia, unico rimedio contro questo malanno, essendo stata esclusa ogni attività chirurgica, che di sicuro metterebbe la parola fine allannata 2015 di David.
La sua forza di volontà però non va dimenticata, dicevamo in apertura, e su quella bisogna contare, come ha sempre fatto. Appuntamento a New York allora? Scommetterci non sarebbe un azzardo, visto che parliamo di Ferru.