Djokovic: “Dobbiamo proteggere quei giocatori che non vogliono rischiare la propria salute”

Novak Djokovic parla delle decisioni prese nell'ATP Player Council, per quanto riguarda il proseguimento di questa stagione tennistica

Novak Djokovic, già presidente dell’ATP Player Council, parla di ciò che si è deciso nel consiglio dei giocatori, appunto, per quanto riguarda il proseguimento di questa stagione tennistica. Si sarebbe trovata una soluzione, l’idea infatti è quella di riprendere la stagione, salvaguardando però quei giocatori che preferiscono non viaggiare per il mondo, evitando tutti i rischi del caso.

Infatti per chi non prenderà parte ai tornei si terrà conto dei punti conquistati negli ultimi due anni nel medesimo torneo dal giocatore. Ciò porterà indubbiamente a delle reazioni contrastanti, da una parte si avrà chi ha sfoderato ottime prestazioni conquistando tanti punti, dall’altra invece giocatori che sono usciti ai primi turni, semmai anche big, che saranno sicuramente svantaggiati così facendo.

Ovviamente l’obiettivo è quello di non far appassire il tennis professionistico, con l’intento di ricominciare il prima possibile. Queste le parole di Djokovic: “Abbiamo discusso molto e siamo arrivati ad una conclusione. Vogliamo proteggere quei giocatori che non vogliono viaggiare rischiando la propria salute” afferma il serbo, che sicuramente non ha facilitato il tutto con il suo Adria Tour, portando idubbiamente ulteriori grattacapi al proseguimento di questa stagione.

Molti giocatori erano d’accordo sul non giocare fino a fine anno, così facendo saranno protetti e non perderanno punti. Per chi invece potrà partecipare ai tornei avrà la possibilità quindi di conquistare nuovi punti” continua l’attuale numero 1 del mondo: “Sono d’accordo con l’USTA nel far giocare Washington, Cincinnati e gli US Open, so anche delle gravi condizioni economiche, il tennis professionistico deve sopravvivere, si stanno compiendo grandi sforzi. Ci saranno sempre giocatori avvantaggiati e svantaggiati di conseguenza, ma l’importante era salvaguardare quei tennisti che non vogliono viaggiare” conclude il nativo di Belgrado, che espone le decisioni prese nell’ATP Player Council, cattive o buone che siano.

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