Christian Garin ha rilasciato un’intervista per La Tercera, parlando del difficile periodo passato durante la pandemia. La sospensione è arrivata nel momento meno opportuno, pochi giorni dopo le vittorie ai tornei di Cordoba e Rio de Janeiro. Non si è detto contentissimo del nuovo sistema pensato per il ranking dall’Atp, ma comprende la situazione straordinaria, e tutt’ora imprevedibile. Ciò che conta è aspettare e farsi trovare pronti, secondo il numero 18 del mondo.
L’inizio della pandemia è stato complicatissimo per Garin: “Per quasi tre mesi sono dovuto rimanere in Cile, senza riuscire a vedere il mio allenatore (Andreas Schneiter). Abbiamo quindi pensato che il posto migliore, dal punto di vista logistico, per tornare ad allenarci senza rischiare di contrarre il virus fosse Miami”. E la scelta sembra aver pagato: “Qui tutti hanno le mascherine, ma è anche tutto aperto e ho avuto le cure necessarie. Sono state settimane molto importanti, mi sento migliorato e ho potuto allenarmi con altri giocatori. In un momento così questa cosa ha un valore ancora maggiore”.
La situazione, anche se la preparazione procede come in tempi “normali”, resta incerta per Garin. “Secondo me nulla è confermato al cento per cento. Dobbiamo aspettare e vedere tutte le misure di sicurezza che ci forniranno, la situazione può cambiare di giorno in giorno. Il tennis muove e riunisce molte persone, non so se riusciranno a chiuderci in un posto, però spero tanto di poter giocare. Competere mi manca moltissimo e spero si possa trovare una soluzione giusta”.
Un’altra soluzione che a Garin non sembra affatto definitiva, è quella del ranking Atp, che al cileno non piace moltissimo. “Ho impiegato molto a comprenderlo, non mi sembra adeguato a tutti. Penalizza la mia classifica, ma con tutte le cancellazioni e ciò che è successo lo ripenseranno di nuovo”. D’altronde, “se non si gioca il formato non potrà essere lo stesso, dallo Us Open dipende se si giocherà per il resto dell’anno o meno”. E anche se obiettivamente il coronavirus e il nuovo formato rallenteranno la sua ascesa, Garin è estremamente comprensivo e sensibile. “L’Atp ha problemi maggior del ranking, professionalmente sono danneggiato, ma la salute ha la priorità. Il virus è un tema gravissimo e di importanza mondiale, per quanto mi riguarda posso solo tenermi allenato e non espormi più del necessario.
La sensibilità gli viene tutta dalla sua esperienza personale. Una vicenda complicata che gli ha fatto temere, in aprile, di aver contratto il virus. “Sono stato molto male per tre giorni, poi ho fatto il test ed è risultato negativo. Sono restato per una settimana in camera, poi per due mesi in casa. È stato stranissimo, sono restato in casa ad allenarmi e mai in contatto con nessuno. Mi ha sorpreso vedere il mio test negativo, avevo tutti i sintomi del Covid, ma erano le mie tonsille”.
Da appassionato di videogiochi, ha trascorso molto tempo giocando a League of Legends prima di allenarsi, ed è entrato a far parte anche di un team prestigioso. Ma ora si ritorna al tennis, perché a 24 anni appena compiuti Garin entra in una fase molto interessante della sua carriera. “È difficile sapere chi sia stato favorito o meno dalla sospensione. Ora è complicato anche solo porsi un obiettivo concreto. Però sono migliorato molto fisicamente, e in periodi così si ha più tempo che mai per lavorare. Conta più di tutto farsi trovare pronti, perché col nuovo sistema di punti è quasi impossibile tenere presenta la Top-10 come obiettivo.