Il Piatti Tennis Center ha aperto le sue porte a Lesia Tsurenko, tennista di Kiev la cui storia aveva fatto commuovere quando, dopo aver giocato il torneo di Miami lo scorso marzo, aveva dichiarato di non aver più un posto dove tornare a causa dello scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina.
Con l’impossibilità di fare ritorno a casa era scattata subito una “gara” di solidarietà fino alla decisione di fermarsi in pianta stabile nell’accademia di Bordighera. Dopo un primo periodo di stage, la 32enne ha scelto di affidarsi allo staff di Riccardo Piatti.
In Liguria ha ritrovato la connazionale Marta Kostyuk, classe 2002 e numero 52 della classifica WTA, che dall’inizio di quest’anno ha scelto coach Andrea Volpini e il dottor Claudio Minaglia, osteopatia, come membri del suo staff fermandosi in viale Canariensis per la sua preparazione per il tour.
Leslia Tsurenko non è l’unica tennista ucraina ad esser ospitata al Piatti Tennis Center dall’inizio del conflitto. Volodymyr Iakubenko, che già si allenava in Liguria, è stato raggiunto dall’amico Andrii Zimnokh, attualmente numero 240 del ranking mondiale under 18, mentre Sofiia Zhylchuk – numero 657 al mondo – ha fatto tappa a Bordighera grazie all’intercessione dell’agenzia monegasca Top Five Management dopo aver disputato alcuni tornei in Germania.
Non solo giocatori con il giovane emergente allenatore Igor Dudun, 24 anni, è stato inserito nello staff del centro di Riccardo Piatti. “Ci ha chiesto se potevamo aiutarlo per un periodo e lo abbiamo inserito come assistant coach, fornendogli l’ospitalità e tutto ciò di cui aveva bisogno” ha raccontato Luigi Bertino, direttore del Piatti Tennis Center.
“Ci è sembrato doveroso fare la nostra parte dopo aver ricevuto questo tipo di richieste. Si tratta di persone che stanno vivendo un periodo di grande difficoltà e che sono costretti a stare lontani dal loro paese natale per continuare la loro attività” aggiunge ancora.
Poi conclude: “Per i ragazzi è importante non solo trovare delle soluzioni temporanee di assistenza, ma anche avere una base dove potersi allenare con tranquillità, senza doversi preoccupare di questioni logistiche e senza il rischio di perdere mesi preziosi in un periodo molto importante della loro formazione. Noi cerchiamo di dargli il massimo sostegno sotto tutti i punti di vista”.