Lo scorso sabato notte a Newport si è tenuta la cerimonia di introduzione di Lleyton Hewitt nella International Tennis Hall of Fame con la presenza, in suo onore, di leggende del tennis tra le quali Stan Smith, Andy Roddick e Tracy Austin. L’australiano, molto emozionato, ha ricordato nel discorso di premiazione le tappe che lo hanno condotto al raggiungimento di questo straordinario obiettivo. La sua longevità lo ha infatti portato a condividere il campo e successi con i più grandi atleti di diverse generazioni, dai suoi eroi di infanzia Pete Sampras e Andre Agassi, il suo coetaneo Roger Federer, fino agli attuali dominatori del circuito Rafael Nadal e Novak Djokovic.
Hewitt rimane il più giovane numero 1 al mondo di sempre conseguito a soli 20 anni e 8 mesi nell’Ottobre del 2001 e ha conquistato due tornei slam (US Open e Wimbledon) nel biennio 2001-2002. Il campione di Adelaide è stato uno dei giocatori più vincenti della sua generazione fino all’avvento dei cosiddetti Big 3 che hanno monopolizzato gli Slam per quasi due decenni. Nel suo palmares figurano inoltre due successi alle ATP Finals sempre nel suo biennio d’oro e ben 30 tornei ATP, di cui l’ultimo proprio all’ATP di Newport nel 2014. L’ex numero 1 è stato inoltre un membro fondamentale della squadra australiana di Coppa Davis con due successi nel 1999 e 2003 e ricopre il ruolo di allenatore dal 2016.
Gli infortuni all’anca e piede hanno condizionato la parte finale della carriera del due volte campione slam nella quale è riuscito solo sporadicamente a competere ad alto livello. Al termine dell’Australian Open del 2016, il classe 1981 ha annunciato il proprio ritiro dalle competizioni.
Lleyton Hewitt diventa così il 262 esimo membro della Hall of Fame che celebra i più grandi campioni e addetti ai lavori del nostro sport, tra i quali Nicola Pietrangeli e l’indimenticabile Gianni Clerici, unici italiani insigniti di tale onore.
Stefano Franceschi