Doveva essere un semplice match di qualificazioni quello tra Anna Kalinskaya e Anastasia Potapova – entrambe tenniste russe impegnate nell’acccesso al main draw del torneo di Cincinnati – che a causa di una decisione arbitrale, si è trasformato in una polemica sui social media, portata avanti dalla tennista ucraina, n. 74 del ranking WTA, Marta Kostyuk e non solo.
È virale su twitter un video del match tra le due tenniste russe in cui la giudice di sedia Morgane Lara, invita una tifosa a lasciare gli spalti mentre stava assistendo al match, spiegandole che la bandiera ucraina avvolta attorno al suo corpo e la corona di fiori sulla sua testa – il Vinok tipico della sua terra – stessero infastidendo una delle protagoniste del match, distratta dal riferimento alla guerra. Lola è il nome della giovane tifosa, americana ma nativa dell’Uzbekistan, che si vede chiaramente nel video durante il richiamo da parte di Lara. Avvicinata successivamente dalla sicurezza le è stato chiesto di lasciare il campo perchè non era “carino” infastidire il gioco. “Non è carino invadere un paese” ha risposto lei, mentre non aveva altra scelta che abbandonare gli spalti. “Il messaggio che ho ricevuto è che stavo infastidendo i giocatori russi” ha detto ai microfoni di local12.com, “allora ho detto che non l’avrei messa via, così dopo aver ripreso il gioco per due minuti, un addetto alla sicurezza si è avvicinato a me e mi ha detto che avrebbe chiamato la polizia se non me ne fossi andata”. Le giustificazioni che ha ricevuto Lola dopo essere stata allontanata sono state diverse, tra cui anche quella che la sua bandiera non rispettava le dimensioni consentite.
Sui social media la questione era solo agli inizi, e sono stati molti a schierarsi dalla parte della giovane statunitense nativa dell’Uzbekistan, tra cui anche la presidente dell’organizzazione no profit Cincy4Ukraine, Eugenia Nemiroskva de Santos, fortemente contrariata della scelta degli organizzatori del torneo riguardante – soltanto in secondo luogo – le dimensioni della bandiera: “Non ti piace la nostra bandiera? E se fosse il nostro abbigliamento ci chiederesti di toglierci anche i vestiti?” queste le sue parole contro la surreale decisione.
Non è la sola a farsi sentire, lo fa anche Marta Kostyuk, tennista ucraina che attacca duramente la WTA accusando l’associazione di aver ignorato le richieste delle tenniste ucraine. È fermamente convinta che il Tour WTA non si sia mai interessato realmente garantendo il giusto supporto nella drastica situazione che la sua nazione sta vivendo. “Quello che è accaduto a Cincinnati è inimmaginabile” afferma ai microfoni di Ukranian Tennis.
L’impatto della notizia è così forte che neanche Alexandr Dolgopolov – ex tennista ucraino – può fare a meno di esprimersi contro il torneo di Cincinnati, invitando tutti gli spettatori che assisteranno agli US Open, di portare con sé e mostrare, durante tutte le partite che avranno come protagonisti tennisti russi e bielorussi, una bandiera dell’Ucraina. E il suo appello non si ferma qui, accusa l’ATP e la WTA di non avere rispetto per il dolore e la violenza che sta subendo l’Ucraina. A seguito di ciò, alcuni tifosi ucraini hanno accolto l’appello dell’ex tennista recandosi all’ingresso pubblico del torneo di Cincinnati muniti di bandiere e magliette raffiguranti i colori ucraini. Dolgopolov entusiasta dell’impatto mediatico del suo appello ha pubblicato un video dell’accaduto sul suo profilo twitter, accusando nuovamente – anche se in modo velato – la WTA e il Western e Southern Open: “Si spera che i giocatori russi o gli ufficiali del torneo non vengano insultati di nuovo e non chiamino l’FBI o Joe Biden” ha scritto l’ex tennista ucraino sul suo account twitter.