“La terra rossa ti insegna a soffrire”: sono queste le parole del leggendario allenatore spagnolo José Higueras, che nel corso della sua carriera ha fatto da mentore a giocatori come Jim Courier, Roger Federer, Pete Sampras, Sergi Bruguera e Carlos Moyá affinché dessero il meglio su questo tipo di campo.
Non esagerava. La terra, con tiri più lunghi, angoli più ampi e un maggiore sforzo fisico, ha sempre messo a dura prova i limiti dei giocatori.
I tornei su terra rossa più importanti sono sostanzialmente quattro, e sono quelli in cui i giocatori vogliono eccellere.
Il primo è il Monte Carlo Masters, si svolge nel Principato ad aprile e di solito apre ufficialmente la stagione europea sul rosso, sebbene la settimana precedente ci siano altri tornei minori. E Rafa Nadal ha vinto, qui, undici volte, più di qualsiasi altro giocatore.
Poi ci sono il Madrid Open e gli Internazionali d’Italia, che si giocano rispettivamente a Madrid e a Roma a maggio.
Il primo si tiene a La Caja Mágica (la scatola magica). Qui l’iberico ha vinto, cinque volte; anche in questo caso, più di qualsiasi altro giocatore.
Gli Internazionali d’Italia si svolgono nel Foro Italico che, con un grande anfiteatro e imponenti statue classiche, ci ricorda l’antica Roma.
Rafa qui ha vinto 10 volte, come sempre, più di qualsiasi altro giocatore.
Montecarlo, Madrid e Roma sono solo le prove generali: alla fine di maggio, i migliori giocatori del mondo vanno a Parigi per il torneo principale in cui si contendono la finale su terra rossa, il Roland Garros. Anche qui, Nadal è il più vincente di sempre, con ben 14 titoli. Nessuno al momento potrebbe eguagliare il suo record. E probabilmente nessuno ci riuscirà mai.
Il soprannome the King of Clay (il Re dell’Argilla) quindi, non è a caso.
Ecco una serie di grafici sui suoi record su terra rossa:
Qui invece il record di vittorie che Rafa Nadal ha ottenuto su terra rossa contro giocatori che l’hanno sconfitto almeno una volta:
Nel libro ci viene anche spiegato come gli specialisti della terra rossa adottano tecniche e tattiche precise. La traiettoria della palla è importantissima. Per poter usufruire della potenza supplementare che la terra rossa le conferisce, i giocatori lanciano colpi forti, con topspin.
Anche lo slice è efficace, soprattutto di rovescio, dato che fa rimanere la palla bassa sulla superficie, evitando che l’avversario riesca a ribattere.
C’è poi il gioco di gambe, che è un’arte, un balletto. Molti giocatori mediterranei e sudamericani ci mettono anni a perfezionare il modo in cui scivolano sul campo. Essenzialmente, ci sono due modi per farlo. Il primo è prima di colpire la palla; correndo nella sua direzione, i tennisti scivolano, ritrovano l’equilibrio e poi colpiscono.
Il secondo è dopo aver colpito la palla, poi scivolano per sgommare, cambiare direzione e tornare velocemente alla posizione precedente.
“Giocare sulla terra rossa è come giocare a scacchi” è uno degli altri detti di José Higueras. “Hai più tempo per essere creativo e per scegliere come tirare la palla”.
La polvere fine che ricopre lo strato superiore dei campi di terra rossa permette alla palla di aderire meglio a terra, trattenendola più di quanto farebbe un campo con una superficie di erba o in cemento, e la rallenta leggermente.
Siccome la terra rossa è più morbida, assorbe l’energia della palla.
Secondo uno studio, le palle da tennis conservano il 59 percento della velocità dopo essere atterrate sulla terra rossa, il 60 percento sulle superfici acriliche dure e il 70 percento sull’erba.
Se sulla terra rossa c’è umidità – cosa che accade spesso nelle città del Nord Europa –, la palla rallenterà ancora. Siccome viene trattenuta meglio, la palla che riceve un topspin viene spinta di più dopo il rimbalzo, finendo spesso sopra la testa dell’avversario.
Interessante l’approfondimento dell’equipaggiamento di uno specialista su questo campo, che è leggermente diverso. La parte più importante è l’incordatura della racchetta: alcuni giocatori professionisti usano corde più rigide per poter conferire maggior potenza e rotazione alla palla, senza fare un colpo lungo.
Inoltre, sulla terra rossa i tennisti indossano scarpe speciali, con una suola a spina di pesce. Così hanno una migliore aderenza a terra, possono scivolare meglio e, cosa più importante, non si riempiono di terra.
Insomma nel libro di Dominic Bliss questo ed altro ancora.