Vasek Pospisil spiega pubblicamente il significato della nuova PTPA

Il tennista canadese ha evidenziato le finalità che di prefigge la nuova associazione costituita insieme al numero uno del mondo Novak Djokovic.
Consci da quella che considerano una mancanza di influenza nel tennis maschile, Novak Djokovic e Vasek Pospisil hanno formato un corpo separatista, la nuova ‘Professional Tennis Players Association’. La P. T. P. A è un’associazione per rappresentare gli interessi dei giocatori e favorire il riconoscimento dei diritti dei giocatori, al di fuori dell’attuale struttura dell’Associazione dei professionisti del tennis (ATP). Pospisil e Djokovic hanno rassegnato a fine agosto le dimissioni dai loro ruoli di leadership nel consiglio dei giocatori dell’associazione, il ‘Players Council’ motivando la decisione con le seguenti parole: “È molto difficile, se non impossibile, avere un impatto significativo sulle decisioni importanti prese dall’Atp. È arrivato il tempo per una collaborazione ancora maggiore, un momento per considerare e agire nel migliore interesse dello sport, ora e per il futuro. Quando lavoriamo insieme, siamo uno sport più forte“.
L’obiettivo del P.T.P.A. non è quello di sostituire l’ATP, ma di fornire ai giocatori una struttura di autogoverno che è indipendente dall’ATP e risponde direttamente alle esigenze e alle preoccupazioni dei membri dei giocatori“, hanno scritto Pospisil e Djokovic nel documento distribuito ai tennisti , che ha sollecitato le iscrizioni di tanti altri giocatori del tour. Nel documento vi sono elencate la condivisione delle entrate, le azioni disciplinari, le pensioni dei giocatori, i viaggi, le assicurazioni e i servizi nei tornei come problemi che la nuova associazione avrebbe tentato di affrontare.
Pospisil ha rilasciato ultimamente un’intervista al social media ‘Tennis Majors‘ nella quale precisa una volta di più gli obiettivi di questo nuovo movimento confermando di non intralciare in alcun modo l’operato dell’ATP: “La ragione principale è semplicemente un problema che sussiste da 30 anni, ovvero che non siamo rappresentati come vorremmo. Non siamo una voce unificata, non possiamo influire sulle decisioni che determinano i nostri mezzi di sussistenza. È qualcosa che i giocatori volevano e di cui avevano bisogno da oltre 30 anni. Altri sport come il basket, il football e il baseball ce l’hanno, mentre i tennisti, che sono contraenti indipendenti, ne sono sprovvisti . E così è nata l’idea di formare questa organizzazione che non risulterà mai dannosa per lo sport in generale e per la visione che l’ATP sta cercando di realizzare“.
Il numero 80 del mondo canadese continua così: “Personalmente mi piacciono molto Andrea Gaudenzi e Massimo Calvelli, rispettivamente presidente e amministratore delegato dell’Atp, penso che siano uomini di principio, competenti, intelligenti. Di sicuro, alcune cose avrebbero potuto essere gestite in modo diverso negli ultimi tempi, ma questa è una pandemia, non li abbiamo mai davvero incolpati per ciò che è successo negli ultimi cinque mesi, ad essere onesti. Non ha niente a che fare con la gestione in questo momento. Stiamo solo cercando di organizzarci, tra i giocatori, il che sarebbe necessario in qualunque momento“.
Pospisil parla poi dei nuovi iscritti al gruppo: “Circa il numero di persone iscritte al PTPA stiamo puntando i 200 e avremo un aumento significativo del supporto non appena coinvolgeremo anche il tennis femminile. Penso che sia chiaro, sulla base del movimento che abbiamo fatto lo scorso anno, che consideriamo la categoria delle tenniste donne alla pari e apprezziamo il valore che portano, perché lo abbiamo fatto con loro“.
Pospisil chiarisce inoltre la perfetta coesistenza con l’Atp: “Non vedo davvero perché non dovremmo poter convivere con l’ATP, in un certo senso la PTPA sostituisce semplicemente il ‘Players Council’ e i nostri rappresentanti nel Board. Penso che l’unica cosa che fa davvero sia organizzare i giocatori in un modo che non avevamo e fornire una protezione legale, perché in questo momento non siamo tutelati all’interno dell’ATP. Il Tour può svolgersi come sta andando adesso, ma all’interno dell’ATP non abbiamo alcuna protezione, mentre con la nostra associazione l’avremo. Forse qualcosa dovrà essere ristrutturato sulla carta, ma la funzionalità effettiva del Tour non dovrebbe cambiare in alcun modo, in termini di calendario. Penso che solo i negoziati sarebbero molto diversi. Ma in termini di impatto effettivo sul Tour, non vedo alcun motivo per cui sarebbe così, a meno che avessimo in programma di creare un nostro Tour con altri investitori” conclude Vasek Pospisil.
Nicola Devoto
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