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Tennis, passione olimpica!

Sono sincero: da vecchio appassionato qual io sono, il tennis come disciplina olimpica non mi ha mai entusiasmato veramente.

Per anni ed anni il nostro sport non ha fatto parte delle programmazione ufficiale dei Giochi ed una volta rientrato nel giro olimpico, onestamente il torneo dai cinque cerchi multicolori non mi ha mai trasmesso le giuste vibrazioni.

Rimango convinto che vincere uno Slam per un tennista sia più importante di aggiudicarsi un oro olimpico, tuttavia questa edizione parigina mi ha fatto emozionare ed anche tanto.

Merito dei protagonisti, che hanno giocato al meglio delle loro possibilità, e forse oltre, dando vita ad uno spettacolo palpitante, di livello tecnico elevatissimo.

Rimanendo al tennis maschile, basti sottolineare come tre dei quattro semifinalisti olimpici siano stati anche semifinalisti all’ultima edizione di Wimbledon.

(Photo by Clive Brunskill/Getty Images)

E della finalissima di singolare che dire? Partita bellissima, tra il plurivincitore Slam, il serbo Novak Djokovic ed il recente vincitore del Roland Garros e Wimbledon, lo spagnolo Carlos Alcaraz.

E’ stato un match emozionante che The Djoker si è aggiudicato con un doppio Tie-break dopo una lotta senza quartiere durata quasi tre ore.

Al termine del duello, le lacrime di Nole e di Carlitos, l’uno per la gioia della vittoria inseguita da sempre, l’altro per la dolorosa sconfitta sul filo di lana, testimoniano meglio di mille parole quanto fosse importante per loro portare a casa l’oro olimpico per il proprio Paese.

Due parole di menzione speciale dobbiamo necessariamente spenderle per il gran serbo: con questa vittoria, The Djoker a 37 vince tutto quello che un tennista professionista può vincere in carriera: se ancora ci fossero stati dubbi residui sulla qualità immensa di questo infinito giocatore, ecco, da oggi non ne esistono più.

In verità, per noi appassionati italiani, le emozioni sono arrivate anche da altre fonti, per nostra immensa gioia colorate d’azzurro.

Lorenzo Musetti, Sara Errani e Jasmine Paolini hanno regalato al movimento italiano due storiche medaglie, splendido bronzo per il carrarino in singolare, fantastico oro per le due nostre meravigliose doppiste.

Da Parigi 1924, non salivamo sul podio del tennis, dai tempi del Barone Uberto de Morpurgo e dopo cento anni di digiuno forzato torniamo finalmente a casa carichi di gloria ed allori.

E stando anche alle parole dei protagonisti italiani, la conquista della medaglia olimpica non ha veramente prezzo.

Foto: X/FITP

Menzione particolare merita anche l’eterna Sara Errani: insieme a Novak Djokovic, sono diventati i primi tennisti nell’Era Open a vincere una medaglia d’oro olimpica alla bellezza di 37 anni compiuti.

Non solo, come Nole, Sara ha completato a Parigi anche il Career Golden Slam, ovvero vincere in carriera, nel suo caso in doppio, i quattro Slam e l’oro ai Giochi.

Insomma, il tennis nella settimana olimpica ha donato il meglio di sé, offrendo a livello planetario uno scintillante biglietto da visita del nostro incredibile sport.

Un paio di ritocchini qua e là, soprattutto nel determinare chi possa o meno accedere al seeding olimpico, magari anche l’attribuzione di punti se fosse tecnicamente possibile, certamente dilatare la durata della manifestazione troppo compressa in una settimana, potrebbero trasformare il torneo olimpico in un vero Slam bisestile.

E con il trascorrere degli anni tale evento potrebbe veramente diventare per un tennista l’obiettivo primario della stagione che coincide con la disputa del Giochi.

Ora dopo la parentesi olimpica si ripartirà con il normale circuito ATP, che ad onor del vero non si e mai fermato: tuttavia, ancora imbottito di adrenalina olimpica, non vedo l’ora che arrivi Los Angeles 2028!

Roberto Italyfirst Eusebi

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