Dove sta andando Andy Murray?
Questo giocatore anticonvenzionale, spesso criticato per il suo caratteraccio, con una madre allenatrice molto particolare, un fratello più scarso di lui e, soprattutto, un movimento tennistico di una nazione tutto sulle sue spalle, è riuscito da diversi anni – e passando attraverso parecchie traversie – a costruirsi un posto di tutto rispetto dentro a quel quartetto insieme a Roger Federer, Novak Djokovic, e – anche se non per ora – Rafael Nadal.
Volgiamo un attimo lo sguardo indietro: dopo lesperienza Olimpica e soprattutto la vittoria del tanto sospirato Wimbledon, Andy passa un 2013 non proprio da incorniciare. Poi, nei primi mesi del 2014, si comincia con molte difficoltà a ricostruire il proprio gioco, dopo i lunghi postumi dellintervento chirurgico alla schiena. Come dice la regola del tennis, dopo un infortunio, al ritorno alle competizioni serve lo stesso periodo necessario allo stop per riprendersi, e in questo periodo Andy prende legnate random: a Melbourne, nei quarti di finale, da un Federer rivitalizzato, ad esempio.
Nel frattempo, il coach Ivan Lendl saluta la compagnia e dice di averne abbastanza di mamma Judy che osserva le sue mosse dalla finestra di casa. Del resto, Ivan, il suo dovere laveva ormai fatto: quel ragazzino scozzese, conosciuto per essere l’eterno perdente, era diventato un uomo da Slam.
Oggi Murray si trova una condizione molto particolare, tra dure sconfitte e pesanti contraccolpi psicologici. Il ragazzo continua a mettere fuori gli artigli, a mostrare i denti anche dopo cocenti sconfitte. Pesano tantissimo le due semifinali Slam perse in questo 2015. Ma rilancia, e dopo aver chiamato Amélie Mauresmo (una donna! Orrore!) a fargli da coach, interpella anche Jonas Bjorkman, mentre taglia i ponti con assistente lallenatore e amico Dani Vallverdu ed il preparatore atletico Jez Verde. E sul campo, porta a casa un bel Queens e soprattutto batte da solo la Francia, che sullerba dAlbione aveva gente da semifinale e quarti Slam.
Il resto della stagione lo vede tra i logici favoriti in vista dello US Open, ultimo Slam dell’anno, nel quale tutti sfideranno la testa di serie n. 1 Novak Djokovic, e dopo una semifinale Davis contro i cugini australiani, con quel Lleyton Hewitt deciso a fare lo sgambetto allinterno del Commonwealth.
Insomma, Andy ha delle prove molto importanti da affrontare. Sarà una seconda parte di anno da ricordare, per lui, quanto meno per la voglia e la determinazione (o costrizione?) alla lotta.