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Cronache di resistenza dal WTA Lugano

DAL NOSTRO INVIATO – Avrei potuto scrivere questo pezzo due o tre giorni fa, ma ho aspettato fino ad oggi perchè, fidatevi,  non avrei voluto scriverlo. Eppure mi trovo costretto a farlo, dato che la situazione ai Samsung Open di Lugano è diventata, col passare dei giorni, sempre più insostenibile. Ma andiamo con ordine. Sulla città ticinese in questa settimana è caduta a intermittenza una copiosa pioggia, che ha ovviamente ritardato l’intero programma. E fin qui poco male, visto che quando giovedì scorso ho guardato le previsioni pensavo non si riuscisse a giocare proprio per nulla (qui sotto la rassicurante schermata meteo del mio cellulare).

L’evitabilissima conseguenza dei pluripronunciati  “storm” di questa settimana, è che domani, che sarà sabato, si dovranno giocare ancora i quarti di finale. E ho scritto “evitabilissima” per le ragioni che vi spiego di seguito.

Il Tennis Club Lido di Lugano, sede del torneo, ha un Campo Centrale e tre/quattro campi secondari, oltre a quelli di allenamento. Nei primi giorni di torneo, come è noto, i match vengono divisi su tutti i campi a disposizione, visto che è tra l’altro in corso anche il torneo di doppio. Quindi, lo svolgimento delle partite sugli “altri” campi è importante tanto quanto quello dei match sul Centrale. In quel di Lugano, però, hanno la copertura solo sul Campo Centrale. E, attenzione, con “copertura” non intendo il tetto mobile che c’è sul Centrale di Wimbledon costato la modicissima cifra di 110 milioni di sterline, ma il telone che copre il campo. Ciò comporta che da quando smette di piovere sia necessaria almeno un’ora e mezza per pulire e asciugare i rettangolo da gioco in terra rossa. Se qualcuno dell’organizzazione del torneo mi sta leggendo, sappia che informandomi sul web ho trovato offerte per teloni che non superano i mille euro. E visto che si tratta di un torneo WTA con giocatrici nelle prime venti posizioni del ranking mondiale, direi che…

Ovviamente, poi, nel momento in cui le tenniste mettono piede sul campo appena asciugato, ricomincia a piovere. Alcuni la chiamano Legge di Murphy, io, semplicemente, disorganizzazione.

Stamane, poi, è accaduto l’incredibile: ha smesso di piovere alle 11.30 circa, così un quarto d’ora dopo mi sono recato dalla zona media al Centrale perchè pensavo che le partite (almeno su quel campo) sarebbero cominciate da lì a pochi minuti. E invece, subito dopo essermi seduto sulla tribuna, mi arriva un messaggio con il seguente testo: “Le partite non cominceranno prima delle 13”. Insomma, un’ora e mezza col campo asciutto buttata. Ma tranquilli: domani è sabato e le ragazze ancora nel torneo hanno già giocato due partite.

Jacopo Crivellari

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Jacopo Crivellari

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