Questa mattina è andata in scena su Supertennis la seconda edizione di Fast 4 Tennis a Sydney, in Australia. Si tratta di un format tutto australiano che prevede un’esibizione… E non solo, ma ci arriveremo dopo.
La formula comprende tre singoli e un doppio per una lotta tra l’Australia, rappresentata da Kyrgios e Hewitt e il “Resto del Mondo”, impersonato in questo caso da Rafa Nadal e Gael Monfils.
Il risultato? 2-1 per il Resto del Mondo, con Monfils che ha superato Kyrgios e poi, in coppia con Nadal, le ha suonate alla coppia Kyrgios – Hewitt, giustiziere in precedenza dello spagnolo.
Al di là di un’esibizione come tante, cosa resta del Fast 4 Tennis? Restano le speranze, le idee e le richieste di un tennis nuovo e più rapido. Nel Fast 4 Tennis, in breve, si arriva a quattro game per set (sul 3-3 si va direttamente al tie-break), non è previsto il let (se tocca la rete al servizio, si gioca comunque) e non è previsto il vantaggio sul 40-40. Cose, insomma, che sentiamo ripetere da anni ma che non vediamo mai realizzarsi.
Premettendo che ogni considerazione è al netto delle decisioni dei potenti, e che quindi il parere mio o di chicchessia vale quanto quello di un criceto un po’ assonnato, dobbiamo chiederci se vale davvero la pena di assecondare un tennis sempre più fisico e giocato di potenza. Ma dobbiamo anche chiederci se, un giorno, non ci piacerebbe vedere un’altra roba tipo Isner-Mahut a Wimbledon, oltre undici ore di tennis giocato. Giustamente gli inglesi hanno messo una targa commemorativa sul campo 18 per non dimenticare mai e poi mai il match più lungo, emozionante e straziante della storia di questo magnifico sport. Personalmente, non so se potrei sopportare l’idea che non esisterà mai più niente del genere. Quando i giocatori sono stanchi, ma nessuno vuole perdere, saltano tutti gli schemi ed è proprio in quel momento che arrivano i punti più interessanti e anche la suspense tra il pubblico sembra aumentare.
Forse il tennis non è fatto per piegarsi del tutto alle rigide logiche televisive, forse il tennis non è per tutti. Non è per tutti i fruitori (si sa, noi amanti del tennis siamo una razza un po’ snob e radical chic) e, soprattutto, non è per tutti i tennisti stessi. Fosse per me, metterei i tre su cinque anche per il femminile, almeno negli Slam. “Tutti avranno tempo per il tennis”, “Il tennis potrebbe finalmente esplodere in tv e arrivare anche in prima serata”. Forse sono solo parole al vento, tanto ci vorrà del tempo in ogni caso. O forse sono solo un nostalgico tradizionalista che teme ogni novità per il solo fatto di essere nuova. Forse, amerei il tennis lo stesso. Anzi, ne sono sicuro. Fatto sta che il Fast 4 Tennis è ben più di un’esibizione, è una proposta concreta, e prima o poi se ne discuterà veramente.
Chiudo con le parole di un certo Roger: “La bellezza del nostro gioco è che non sai se giocare per un’ora o tre ore. Mi rendo conto che è difficile per le tv, in altri sport si conosce in anticipo la durata. Dare un’occhiata all’orologio va bene, ma nel tennis bisogna chiudere vincendo un punto”.