Vika Azarenka, tra passato e futuro

Continua la lenta risalita della bielorussa verso i piani nobili del ranking tra difficoltà previste ed una solidità mentale che, spesso, latita.

Il 2014 è stato l’annus horribilis di Azarenka; come noto una serie di problemi fisici hanno compromesso la stagione della bielorussa. Tanti i mesi passati lontano dal tennis , con tutto ciò che ne può conseguire.
Il ritorno in attività è avvenuto al principio di questa stagione ed è stato beneaugurante: finale raggiunta a Doha, seppur persa da un’ottima Safarova.Tutto però lasciava presagire un veloce ritorno in alto. Qualcosa , invece , si è inceppato in Vika o , più probabilmente, stenta a ritornare. Quel qualcosa è la straordinaria condizione mentale che fu.
I cambiamenti che hanno accompagnato i mesi di forzata lontananza dai campi sono stati tanti ed importanti: la separazione da Sam Sumyk, la fine della love-story con Redfoo, l’arrivo di Wim Fissette nel suo angolo.

La Azarenka che stà attraversando questo 2015 è comunque ben lontana dalla miglior Azarenka.
Una condizione fisica non sempre ottimale l’accompagna. Vika ha qualche kilo di troppo che la rende pesante, troppo pesante sia per tenere il suo eccezionale , tradizionale, ritmo sia per ben finalizzare le variazioni richieste dai nuovi temi tattici che , in tempi recenti, hanno caratterizzato il suo gioco. Wim Fissette ha portato maggior coraggio nel suo gioco; non è raro vedere Victoria cercare la strada della discesa.

Ma un cambiamento tanto radicale abbisogna di tempo, di un fisico brillante e di una grande convinzione nel progetto di gioco che si cerca di attuare. Il mix di deficit di questi elementi è , forse , alla base del più grande deficit mostrato da Vika: la solidità mentale. Tre match point falliti contro Serena a Madrid, il match perso aWimbledon, ancora contro la numero 1 , avendo un set di vantaggio; vantaggio infine sprecato malamente. E poi molte partite in cui, d’improvviso, arrivano paurosi ed inspiegabili cali di tensione e con essi tanti, troppi errori!

vika wuhan 2015
Ultimo esempio, in ordine di tempo, il match vinto poche ore fa contro Lauren Davis. Nel secondo set il pasticcio mentale, che avrebbe potuto rimettere in corsa l’avversaria, è stato evitato d’un soffio.Il risultato è una Vika ancora fuori dalle prime venti, nella parte finale della stagione. Il risultato è un ibrido, una Azarenka come sospesa tra ciò che fu e ciò che vorrebbe ancora essere.

Il tennis feminile ha bisogno, disperatamente, della miglior Vika: quella vista per larghi tratti nel quarto di finale di New York, contro Simona Halep.Il timore che si fà strada in molti è di non vederla più, o almeno non con quella continuità. L’augurio, la speranza, la convinzione è che abbiano torto; che si sbaglino tutte le Cassandre che per Victoria Azarenka vedono già superato il «picco» della carriera.

 

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