Si è conclusa nella notte di domenica (ora italiana) la 141° edizione degli Open d’America. E ad essere incoronato campione è stato il russo e numero 2 al mondo, Daniil Medvedev, il quale si è imposto nettamente sul favoritissimo Novak Djokovic con un triplo 6-4. Così facendo, Med ha impedito al serbo di ottenere il Calendar Grand Slam (vittoria di tutti e 4 gli Slam nello stesso anno solare) e di conseguenza, gli ha anche impedito di scrivere la storia.
Gli US Open si confermano lo Slam più incerto della stagione, per quanto riguarda il tabellone maschile, visto che le ultime 4 edizioni sono state vinte da altrettanti tennisti: Djokovic nel 2018, Nadal nel 2019, Thiem nel 2020 e Medvedev nel 2021. Lo Slam americano è anche l’unico che è stato vinto da tennisti della cosiddetta NextGen, della quale fanno parte i vari Thiem, Medvedev, Zverev, Tsitsipas, Rublev e lo stesso Berrettini. Negli anni ci sono state anche le vittorie inaspettate di Del Potro (2009), Murray (2012), Cilic (2015) e Wawrinka (2016). Questi dati confermano il fatto che a Flushing Meadows i big 3 si sono imposti di meno, probabilmente perché le fatiche stagionali dei mesi precedenti pesano mentalmente e psicologicamente.
Ma ora torniamo all’edizione del 2021 e alle pagelle:
Daniil Medvedev: 10
Cosa gli si può chiedere di più? Nel corso del torneo ha ceduto solo un set, contro la sorpresa Van De Zandschulp, e in inoltre ha polverizzato un giocatore che fino a quel momento aveva una striscia di 27 vittorie a 0 negli Slam. Ha fatto la sua partita attenta, senza concedere alcuna occasione di poter rientrare in partita a Nole. L’esultanza non convenzionale si addice perfettamente al personaggio e rende il tutto ancor più memorabile. ROBOCOP
Novak Djokovic: 9
Il voto del torneo sarebbe più basso, a causa dell’epilogo in finale. Ma ho voluto alzarglielo di un voto per due motivi: il primo è che, come scritto sopra, fino a prima della finale era 27-0 negli Slam, una cosa paurosa. È arrivato in finale anche a New York, nonostante il cammino tortuoso che gli ha messo di fronte Berrettini ai quarti, Zverev in semi e Medvedev in finale, con quest’ultimo molto più riposato del serbo. Il secondo motivo è il suo pianto a fine gara: un gesto che lo riporta da Marte, dov’era fino a quel momento, sulla Terra. Un gesto semplice, normale, che ha mostrato che anche Djokovic ha le sue fragilità come tutti gli altri. E tutto questo rende ancora più straordinario ciò che ha fatto quest’anno. UMANO
Felix Auger-Aliassime: 7,5
Un ottimo torneo da parte del canadese, conclusosi in semifinale contro il russo. Durante queste due settimane Felix ha giocato un buon tennis e ha dimostrato una solidità mai vista prima in carriera, per uno che ha perso 8 finali su 8. La partita vinta al quinto con un cagnaccio, nel senso buono del termine, come Bautista Agut, ne è la prova. Spero che per lui sia una rampa di lancio. E se fa bene anche gli ultimi tornei, c’è qualche possibilità che si qualifichi per Torino. SLANCIATO
Alexander Zverev: 7
Era imbattuto da Wimbledon e soprattutto aveva battuto Nole a Tokyo, vincendo poi Olimpiadi e Cincinnati. A Flushing Meadows si conferma ad alti livelli e si deve arrendere solamente a Djokovic al quinto set. Sicuramente è passato il periodaccio del 2019 e inizio 2020 ed ora sembra tornato lo Zverev che si era affermato nel circuito tra il 2017 e il 2018. RIVITALIZZATO
Matteo Berrettini: 7
Fa il compitino arrivando ai quarti (Chardy, Moutet, Ivashka, Otte) dove gioca un primo set straordinario. Purtroppo dopo “scoppia” fisicamente e Nole se lo divora. Volevo mettergli 6,5, ma gli ho dato mezzo voto in più per aver raggiunto il suo best ranking: ora è il numero 7 del mondo, eguagliando così il record di Corrado Barazzutti. PANATTA STO ARRIVANDO
Stefanos Tsitsipas: 3
Dopo Wimbledon è di nuovo lui la delusione del tabellone maschile di un Major. Gli do 3 come il turno nel quale si è fermato. Al centro delle polemiche nei primi giorni del torneo, a cause delle lunghe pause in bagno tra un set ed un altro, ha cercato di difendersi dalle critiche dicendo che non stava infrangendo alcuna regola, in un certo senso ammettendo così la furbizia. Tutto questo polverone lo ha distratto ancora di più dal campo, dove già non stava brillando: esce sconfitto in un match, comunque molto gradevole, con il 18enne Alcaraz. Ci si aspettava di più. SPAESATO
Altri voti sparsi:
Botic Van De Zandschulp: 8, SORPRESA
Jannik Sinner: 7, MIGLIORABILE
Andreas Seppi: 7, RESILIENTE
Andrej Rublev: 4, BOCCIATO