WTA, il pagellone del 2020: Kenin e Swiatek promosse a pieni voti

Il pagellone per la WTA di questo strano 2020. Tra piacevoli sorprese, conferme e ritorni, e cocenti delusioni

Una stagione spezzata, letteralmente, in due: Australia e Medioriente da una parte, cemento americano e terra europea dall’altro. Tra le vincitrici dei grandi tornei disputati non compare mai due volte lo stesso nome. Vediamo insieme il pagellone di questo strano 2020.

SOFIA KENIN 9
La classe 1998 statunitense Sofia Kenin ha vissuto la stagione più intensa della sua giovane carriera. In modo sorprendente ha iniziato l’anno trionfando a Melbourne, lei che non aveva mai giocato neanche un quarto di finale in uno Slam. I messaggi erano già chiari nel 2019, Sofia era pronta al salto decisivo, ma che arrivasse direttamente con uno Slam era un po’ meno scontato. La vittoria sulla numero 1 e padrona di casa Barty e la rimonta su Muguruza in finale hanno incoronato la 21enne di origini russe. Da lì, tante difficoltà e pressioni. Sono arrivate sconfitte più o meno gravi, che hanno trovato il loro culmine a Roma, con il doppio 6-0 subito da Victoria Azarenka. Quando sembrava ormai sotto un treno e con la testa già al 2021, Kenin ha recuperato calma e intelligenza in campo, spingendosi avanti al Roland Garros grazie a vittorie dure e sofferte. Era ciò che le serviva, capire di poter vincere anche quando non è al meglio. La finale persa con una Iga Swiatek ingiocabile le ha negato il secondo Slam, ma questa è una giocatrice che saprà stare ai vertici per molto tempo.

IGA SWIATEK 9
Non è stata certo protagonista per tutta la stagione, anzi. La polacca classe 2001 ha iniziato l’anno in sordina, cercando di ritrovare il feeling in campo dopo una pausa per infortunio. Gli ottavi a Melbourne sono stati un primo segnale e giunta poi al Roland Garros, a fine stagione, ha messo in campo tutto il suo spettacolare arsenale. Non ha perso un singolo set, non ha neanche mai ceduto più di 4 game in un parziale. Tre sono state le grandi vittorie per lei: l’esordio contro Vondrousova, già finalista a Parigi lo scorso anno, quella con la campionessa del 2018 Simona Halep, che lo scorso anno l’aveva demolita, e quella in finale su Kenin, numero 1 della race. Ora che Iga è esplosa è difficile capire chi saprà arginarla nel 2021, ma allo stesso tempo la 19enne dovrà lottare contro la pressione della predestinata.

Iga Swiatek – foto Twitter

NAOMI OSAKA 9
Naomi Osaka sa essere una furia, e questo è ormai chiaro. Stagione spaccata in due anche per lei: pochi risultati nei primi mesi, con la brutta sconfitta a Melbourne da Coco Gauff, mentre dopo la pausa ha ritrovato il suo miglior tennis e nessuno è stato in grado di contenerla. A Cincinnati arriva in finale ma si arrende ad un infortunio, a New York approda nuovamente all’atto conclusivo e questa volta affronta Azarenka, vincendo in tre parziali. Terzo titolo Slam e soprattutto terzo Major vinto degli ultimi 5 giocati sul veloce. Forse non sarà mai una numero 1 fissa al vertice, ma difficilmente smetterà di vincere tanto presto.

September 12, 2020 – 2020 US Open Women’s Singles Champion Naomi Osaka (Photo by Pete Staples/USTA)
usopen.org

VICTORIA AZARENKA 8,5
Vika è tornata. Il mondo lo ha urlato a pieni polmoni, finalmente, dopo tanti anni di attesa. La sensazione era che il tennis ci fosse già, ma convinzione e determinazione non fossero più le stesse di quando sfidava Serena per la testa del ranking. A Cincinnati ha trovato grande intensità e ha confermato le buone sensazioni nelle settimane seguenti, battendo Serena ma cedendo ad una Osaka deluxe. A Ostrava ha cercato di mettere le mani su un altro titolo ma nell’atto conclusivo qualche acciacco le ha impedito di giocare al meglio la prima finale tutta bielorussa contro Aryna Sabalenka. Se i problemi la lasceranno tranquilla, nel 2021 ci sarà da divertirsi.

wsopen.com 
NEW YORK, NEW YORK – AUGUST 29: Victoria Azarenka of Belarus poses with the winner’s trophy during the Western & Southern Open at the USTA Billie Jean King National Tennis Center on August 29, 2020 in the Queens borough of New York City. Her opponent, Naomi Osaka of Japan, withdrew before the start of their final match. (Photo by Matthew Stockman/Getty Images)

SIMONA HALEP 8
La rumena ha giocato una stagione solida, con un bell’acuto a Roma e tanti altri buoni piazzamenti. A Melbourne ha giocato benissimo fino alla semifinale, dove una più aggressiva Muguruza l’ha messa alle strette. Vittorie poi nel premier di Dubai, nell’international di Praga e a Roma, tutte consecutive anche se con un’ampia pausa in mezzo. A Parigi unica vera delusione, visto che Swiatek l’ha eliminata prima di quanto non ci si aspettasse. Con un bilancio di 23 vittorie e 3 sconfitte può dirsi soddisfatta, si conferma come la certezza del tour ancora una volta.

ARYNA SABALENKA 7,5
Altra bielorussa, altri titoli. Aryna ha ancora una volta deluso le aspettative negli Slam, dove non è ancora riuscita a dare il meglio di sé, ma ha aggiunto 3 buoni titoli al suo palmares. Il più importante è stato sicuramente quello di Doha, dove ha sconfitto in finale una buona Petra Kvitova, che è stato il terzo Premier 5 vinto in carriera. A fine stagione ha poi sfruttato il buon feeling con il rapido indoor – che teoricamente dovrebbe essere un’ottima superficie per lei, anche se i risultati non lo hanno ancora mostrato a pieno – vincendo back to back a Ostrava e a Linz, dove ha sconfitto in finale la compagna di doppio e grande amica Elise Mertens. Chiude per la prima volta la stagione in top10 dopo un anno difficile, giocato per la prima volta senza il padre al suo fianco e con una nuova guida tecnica. Ora manca solo l’acuto Slam.

.instagram.com/sabalenka_aryna/

JENNIFER BRADY 7
Una delle belle conferme di questo 2020 è stata proprio Jennifer Brady. Cresciuta con costanza nel 2019, in questa stagione ha finalmente occupato una posizione degna del suo gioco, fatto di servizio, dritto, volee e tanto istinto. Semifinale a Dubai dalle qualificazioni, semifinale a New York e semifinale ad Ostrava. Ovviamente è proprio il penultimo atto raggiunto a Flushing Meadows a rappresentare il miglior acuto per Brady, e ha fatto tremare anche Naomi Osaka, costringendola ad un delicato terzo parziale. La sua ascesa prosegue, siamo ancora lontani dalla vetta.

Jennifer Brady (AP Photo/Tertius Pickard)

SERENA WILLIAMS 5
Tante sconfitte che fanno male. Così si può riassumere la stagione di Serena Williams, che si è decisamente allontanata dall’obiettivo “Slam 24”. Durante la pausa non sembra aver lavorato al meglio ed è tornata meno reattiva ed efficace. Capace comunque di approdare in semifinale a New York, la sconfitta contro Azarenka segna un po’ anche la fine dei sogni di gloria. A Parigi, nonostante l’ottimo tabellone, è costretta a ritirarsi per un infortunio al tendine d’Achille. Nulla si sa del 2021, speriamo di vederla nuovamente in campo almeno fino alle Olimpiadi.

Serena Williams

ANGELIQUE KERBER 5
Stagione sottotono per l’ex numero 1 del mondo Kerber, che a Melbourne ha avuto una buona occasione per tornare alle fasi finali ma ha perso una dura lotta contro Pavlyuchenkova. Stessa identica sorte a Flushing Meadows, dove grazie ad un cammino piuttosto agevole è giunta agli ottavi ma si è arresa al tennis straripante di Brady. Disastrosa invece su terra, dove tra Roma e Parigi ha racimolato in tutto 10 game contro avversarie abili sul rosso ma non irresistibili, come Siniakova e Juvan. Non è facile capire se la tedesca possa ancora ambire ad un grande trofeo o se la strada del declino sia ormai imboccata, il 2021 saprà dirci di più.

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