[tps_title]Sara Errani[/tps_title]
Voto 5
Averla vista in lacrime durante la partita con l’Hantuchova mi ha messo sincera tristezza. Il peccato più grande è stato aver ceduto alla sfrontatezza della Sramkova, inizialmente soffocata con esperienza, ma poi lasciata andare. Il problema di Sara è uno solo: quando colpisce la palla, inizialmente fredda e potente, le fa assumere le sembianze di un palloncino, che fluttua in aria senza peso. Il risultato? In due set, quarantuno vincenti per la slovacca.
[tps_title]Francesca Schiavone[/tps_title]
Voto 7
Mi riesce impossibile chiederle di più. Quando Francesca, dolce bambina ossuta, impugnava per la prima volta la racchetta, il mondo era ancora diviso in Pangea e Panthalassa. Il fatto che un capitano, pur inesperto che sia, debba far affidamento su di lei, indica appieno l’attuale livello del tennis nostrano. Per l’anno prossimo, da schierare come seconda regolarista, si vocifera una presunta convocazione di Lea Pericoli.
[tps_title]A.K. Schmiedlova[/tps_title]
Voto 0
Uno spettacolo osceno. Sinceramente imbarazzato, il capitano slovacco osservava la sua giocatrice con sdegno. “Ma tu per chi giochi?”. Prime a 100 km/h (l’Errani, incredula sugli spalti, non aveva mai visto un servizio più lento del suo), mobilità di un catamarano, sensibilità inesistente. Lo scorso anno, la bionda scriteriata, ha collezionato tredici sconfitte consecutive al primo turno. E sono anche poche, credetemi.
[tps_title]Daniela Hantuchova[/tps_title]
Voto 10
Daniela Hantuchova 10: Doverosa premessa, il voto sarebbe lo stesso anche se non fosse nemmeno scesa in campo. E’ incarnazione di purezza, classe, grazia. Seconda solo all’irraggiungibile Radwanska, racchiude in sé tutte le caratteristiche che ogni giocatrice dovrebbe avere, anche a trentaquattro anni. Giustamente sadica con la povera Errani, porta a casa un punto fondamentale per il decisivo passaggio del turno. Che le padellatrici imparino, magari.
[tps_title]Rebecca Sramkova[/tps_title]
Voto 9
Nella nazionale c’è una giovane giocatrice. E’ bionda, di un fine rosa abbigliata e, quasi sempre, impassibilmente fredda. Su ogni palla, in ogni situazione, tira forte, fortissimo, colpendo talmente piatto da privarla di qualsivoglia possibile effetto. Se nella vostra mente, come nella mia, è avvenuto in automatico uno scontato parallelismo, siete sulla strada sbagliata. “Ah, ma questa mi ricorda la Giorgi”. Sì, certo, ma lei, i colpi, li tira in campo (quasi sempre), non nel Mar Nero.