Si è concluso l’ultimo Slam dell’anno e questa edizione degli US Open ha regalato una finale inedita, impronosticabile ad inizio torneo, che ha di fatto aperto la strada alle nuove generazioni. Si spengono le luci anche a New York, la città che non dorme mai, ma prima è tempo di conoscere chi sono le promosse e le bocciate dopo la fine del torneo di Flushing Meadows.
Emma Raducanu 10: Le buone performance mostrate a Wimbledon trovano la giusta consacrazione agli US Open dove conquista il titolo senza mai concedere un set alle avversarie. 18 anni, due Slam giocati e un titolo in bacheca. Cosa si può volere di più? Per lei, britannica – forse – solo un messaggio dalla regina Elisabetta ma arriva anche quello.
Leylah Fernandez 9,5: Mezzo punto in mento rispetto alla rivale solo perché la sua corsa si è conclusa in finale. Supera l’ostacolo Naomi Osaka, il più arduo sul suo cammino, poi non si ferma più. Compie gli anni durante le due settimane newyorkesi e sarà sicuramente uno di quelli che ricorderà con più piacere anche in futuro
Maria Sakkari 7: Ha scritto la storia della Grecia agli US Open ma forse il peso di questa impresa la ha tradita nel momento più importante. “Stecca” in semifinale, così come era accaduto anche al Roland Garros, e perde così l’occasione di mettere in bacheca uno Slam L’impresa è solo rimandata.
Aryna Sabalenka 6: Fa tutto perfettamente fino alla semifinale meritandosi un 8 per il cammino. Il match però, sulla carta agevole, è da 4 perciò la sufficienza la conquista per media matematica. Manda in fumo un’ottima chance per conquistare il primo titolo davvero importante della carriera.
Belinda Bencic 5: La doppia medaglia di Tokyo la portano ad essere una di quelle da temere. Trovare lei sul proprio cammino fa paura ma non a tutte. Per informazioni chiedere a Emma Raducanu che senza paura la estromette ai quarti. L’unica consolazione per l’elvetica è quella di esser stata battuta dalla vincitrice. Più una scusante o una piccola consolazione?
Naomi Osaka 4,5: Ritorna a giocare uno Slam ma la sua corsa si interrompe al terzo turno per mano della finalista Fernandez. Alla viglia la nipponica dava l’impressione di essersi messa alle spalle i tormenti dell’ultimo periodo – o per lo meno di aver iniziato – ma sul campo torna qualche fantasma di troppo. Lacrime e nuovo stop per lei.
Ashleigh Barty 4: Era la grande favorita, così come era accaduto Wimbledon, ma l’epilogo è molto differente. Shelby Rogers contro la numero 1 del mondo si regala una serata da sogno ma a contribuire è stata la stessa aussie che troppo spesso regala punti. La sua generosità è conosciuta ma così si esagera.
Karolina Pliskova 4: Fa tutto bene fino ai quarti poi spegne la luce. Le ultime prestazioni avevano fatto pensare ad un suo ritorno in auge ma la sconfitta cancella, seppur solo in parte, i buoni risultati ottenuti. La 29enne dovrà cercare di scacciarsi di dosso questa sconfitta il prima possibile per non ricadere nel tunnel.
Jennifer Brady e Johanna Konta sv: C’erano grandi aspettative su di loro, specialmente sulla statunitense che forse ha chiesto troppo al suo fisico in Giappone ma che mai avrebbe rinunciato al sogno olimpico. La britannica ancora una volta si ritira prima dell’inizio di uno slam con Raducanu pronta a rubarle la scena in patria.