Lorenzo Giustino e i Challenger sono un tutt’uno. Un amore nato anni addietro e che vede il 27enne ancora nel circuito meno affascinante. Alcuni potranno dire gioca in tale circuito perché non adatto alla categoria superiore. Sarà, ma il tennis è una scelta di vita e magari ritagliarsi uno spazio è il sogno di un tennista, dunque perché non provare in quello minore? Lorenzo Giustino ci sta provando e un’altra finale Challenger è arrivata. È proprio sbagliato fare una carriera come la sua?
SANGUE PARTENOPEO– Nato a Napoli nel settembre ‘91, Lorenzo Giustino comincia già all’età di 6 anni e già a 15 è nel circuito Futures. Piuttosto precoce, il giovane partenopeo lascia ben sperare il tennis italiano, ma non riesce a gestire la pressione. Il best ranking infatti è alla posizione #165: attualmente è 223. L’azzurro si diletta anche nel doppio, categoria in cui ha conquistato un trofeo Challenger, circuito in cui debutta e staziona dal 2012. La prima finale, prima di quella raggiunta ieri, arriva a Budapest, nel 2016, perdendo però dal più quotato Robin Haase. La stagione 2016 infatti è la migliore considerando che a Marrakech torna a disputare le quali di un torneo Atp: battuto anche Rublev, solo Istomin lo ferma. Infatti, agli US Open si ferma al terzo turno di qualificazione entrando per la prima volta tra i primi 200 al mondo anche se nella stagione successiva raggiunge la 165ª posizione in classifica.
FUTURES E ATP: Le stagioni sono condite spesso dai successi nei Futures raggiungendo una finale l’anno. Santa Margherita da Pula è il suo feudo preferito tanto da vincere tre finali di fila con due successi l’anno dopo. Il miglior anno anche in questo frangente è quello delle Olimpiadi di Rio, in cui vince tre Futures conquistando le quali Atp. Dunque, ecco il nuovo meraviglioso successo di Giustino: la seconda finale Challenger in quel di Launceston, dove dovrà giocare contro Lloyd Harris, avversario giovane e di livello. Vincerà? In caso contrario sarà un successo ugualmente considerando il ritorno in finale dopo 3 anni nel circuito minore. Un buon risultato da cui ripartire: riuscirà a trovare continuità?