10 anni fa Andre Agassi annunciava il proprio ritiro, lo faceva sull’Artur Ashe Stadium dopo la sconfitta subita per mano di Benjamin Becker. Tra le lacrime e lo stupore generale, il nativo di Las Vegas fece sapere a tutti gli appassionati che da quel momento in poi avrebbe appeso la racchetta al chiodo. Da quel giorno tante cose sono cambiate, la disciplina che tanto aveva odiato, ora gli sta fruttando tanti benefici, lo stesso statunitense afferma: “Ora apprezzo molto l’opportunità che ho avuto.”
SUL RITIRO – L’ex tennista americano ricorda con tanto piacere l’affetto e la carica che gli donava il pubblico durante ogni partita agli Us Open: “Ho sentito un legame speciale col pubblico, con cui ho condiviso gli alti, i bassi, i successi, i fallimenti, i trionfi, i ritorni. Non sono soltanto cresciuto a New York, è New York che mi ha aiutato a crescere. Quindi quando tutto era finito c’è stata una serie di emozioni, sia da parte mia che da parte delle 20.000 persone presenti nello stadio, che mi ha fatto realizzare quanto bello sia stato il rapporto con loro durante gli anni. Quello è il momento più bello probabilmente della mia carriera.”
SUL FUTURO ITALIANO – Intervistato da La Stampa, il buon Andre ha detto la sua anche sui giovani italiani e sulle loro speranze di successo: “Non c’è ragione per cui l’Italia non dovrebbe avere grandi campioni. Non conosco nel dettaglio cosa state facendo per sviluppare i talenti, ma so che se offriste loro il sostegno di cui hanno bisogno, li faceste viaggiare e giocare sulla terra rossa, i risultati arriverebbero. Negli Stati Uniti ci sono dei motivi precisi per la carenza di talenti: il gioco è cambiato, abbiamo troppi campi in superfice dura e un programma per i giovani che fino a poco fa non esisteva e sta appena partendo.In Italia no, non esistono queste condizioni negative di partenza. Non capisco il motivo dei vostri problemi.”
UTILI CONSIGLI – Inoltre la stella americana ha dato anche degli utili consigli per il successo a tutti i giovani tennisti italiani: “Dovete cercare di mettere la racchetta in mano al maggior numero possibile di bambini, farli cominciare da piccoli. Poi dovete farli viaggiare, abituarli a giocare in tutta Europa, spingere la federazione a offrire tutto il sostegno di cui hanno bisogno per svilupparsi. Se questo succederà, avete la popolazione e il talento per tornare a produrre grandi campioni di tennis.”
SULLA SHARAPOVA – Riguardo il caso Sharapova, l’americano si schiera a favore della siberiana, difendendola da tutte le accuse: “La conosco bene: non posso credere che lo abbia fatto di proposito. Quello che aveva da perdere era molto di più di quello che aveva da guadagnare. La sostanza in questione era stata appena bandita, penso che non lo sapesse.”
SUL SUO USO DI ANFETAMINA – Agassi è tornato a parlare anche del suo uso di anfetamina, affermando però che fosse una sostanza che danneggiava le proprie prestazione e non le migliorava: “Prima di tutto devo chiarire che non avevo preso una droga che potenziava le mie capacità, ma una che le riduceva e mi danneggiava. Poi non ero riuscito a nasconderlo: mi avevano preso, ma la cosa era stata insabbiata, perché allora l’organo che faceva i controlli era interno al mondo del tennis, come nel campionato americano di baseball. Oggi non sarebbe più possibile, perché il sistema dei test è cambiato. Poi si gioca tutto l’anno, attraversando i confini di molti Paesi: quelle non sono sostanze che prendi il mercoledì e poi il lunedì sono fuori dal tuo corpo.”