Alex De Minaur nasce il 17 febbraio del 1999 a Sydney, da mamma spagnola e papà uruguagio, entrambi immigrati in Australia. Come altri giovani della scuola aussie (Kyrgios, Kokkinakis, Tomic) anche Alex gode dei benefici di una formazione internazionale. Prende per la prima volta in mano la racchetta a 4 anni, ma, ancora bambino, si trasferisce in Spagna ad Alicante con la famiglia, dove completa la propria formazione tennistica. Si affaccia fra i professionisti già nel 2015 in alcuni tornei Futures, e nel 2016 infila tre finali fra cui due Futures e una Challenger a Eckental, in Germania. Fra gli Juniores vince gli Australian Open Juniores 2016 nel doppio insieme al connazionale Blake Ellis e nello stesso anno perde in rimonta una bellissima finale a Wimbledon di categoria contro un altro giovane futuro fenomeno, Denis Shapovalov.
L’IMPRESA A MELBOURNE – Si accendono i riflettori su Alex ad inizio 2017, quando riceve tre importanti wild cards per la stagione australiana, sfruttandole più che bene. Supera le qualificazioni a Brisbane, dove accede per la prima volta in carriera al tabellone principale di un torneo ATP, ma perde al primo turno contro Misha Zverev. Pochi giorni più tardi si ripete a Sydney, dove si ferma stavolta al secondo turno dopo aver ottenuto la prima vittoria nel circuito maggiore contro Benoît Paire. L’esordio agli Australian Open poi è sicuramente da ricordare: batte Gerald Melzer in una partita tiratissima fino al 5°set, dopo aver addirottura salvato match point nel quarto set; questa vittoria lo proietta già verso il best ranking personale (307°). Sul successo della stagione australiana finora, sembrano pesare i consigli di un mentore di eccellenza: Lleyton Hewitt. È stato lo stesso De Minaur a raccontare la vicenda in un’intervista: dopo una lunga chiaccherata al Roland Garros Juniores, Hewitt si sarebbe messo a completa disposizione del ragazzo, sia per consigli e suggerimenti sul piano del gioco, ma anche offrendogli una sistemazione a casa propria per la stagione australiana.
STILE DI GIOCO – Non ci stupisce che Lleyton abbia notato il ragazzo, viste le similitudini fra i due. Alex sembra voler ripercorrere le orme del giovane Hewitt. Alto 180cm ma per forza di cose non ancora pientamente sviluppato (solo 69kg), predilige il gioco difensivo da fondo, con pochi errori non forzati, una discreta risposta al servizio avversario e tanta tanta tanta corsa da una parte all’altra del campo, discostandosi quindi dal profilo tipico degli altri giovani scuola aussie. Da rivedere la battuta, lavorata ma ancora molto lenta, soprattuto la seconda, e alcuni momenti di black out che lo colpiscono proprio al servizio; vista l’età tuttavia, ci sentiamo sicuri di perdonarlo. Farà strada.
Aureliano Fiorini