Segnatevi con l’evidenziatore questa data e questo luogo di nascita: 17 giugno 1997, Gatchina (Russia). Appartengono a Alexander Bublik e il futuro del tennis kazako e non solo è nelle sue mani. Sasha, pur essendo nato a una quarantina di chilometri da San Pietroburgo, gioca per il Kazakhistan. Sì perché il Presidente della Federazione, Tchamil Tarpishev, ha fatto di tutto per inserirlo nella sua Nazionale. E come dargli torto? Bublik è uno tra i talenti più fulgidi della Next Generation.
L’ANNUNCIO DEL CAMBIO DI NAZIONALE – È stato lui stesso a rivelarlo con un post su Twitter.
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Quasi impossibile biasimarlo per questa scelta, che gli garantisce strutture e uomini di assoluto livello e grossi incentivi economici. In Russia non l’hanno presa benissimo, per usare un eufemismo. D’altronde nello sport e nel tennis del 2016, queste pratiche sono da condannare moralmente, però non possono essere evitate.
IL CARATTERE – Come ogni campioncino in fieri che si rispetti, Sasha ha un carattere particolare, introverso: schivo con i giornalisti, con i colleghi si limita allo stretto indispensabile perché «non può esistere amicizia tra noi, siamo competitors» e nella vita quotidiana ama allenarsi e uscire poco. Ha un debole per la musica rap, in particolare per Eminem.
DOTI TECNICHE – Le sue migliori armi sono il servizio potente e ricco di soluzioni, e il dritto con il quale si pare il campo da tutte le angolazioni.
Alexander gioca con il rovescio bimane, che deve notevolmente migliorare se fra qualche anno vuole raggiungere i vertici del circuito. Il suo punto debole è un’accentuata rigidità di gambe, che al momento lo rende vulnerabile soprattutto quando è costretto a difendersi.
UN 2016 DA URLO – Poco meno di 12 mesi fa, l’enfant prodige Bublik occupava la 964esima posizione nel circuito ATP. Poi l’exploit: 49 vittorie e 19 sconfitte, 4 titoli Futures (Doha, San Pietroburgo, Mosca e Danderyd). Il punto più alto della sua annata lo sigla in casa, nell’ATP 250 di Mosca, dove arriva fino ai quarti finale. Qui è sconfitto dallo spagnolo Pablo Carreno Busta per 6-4, 2-6, 6-7; però nei turni precedenti ha ottenuto gli “scalpi” di Andrey Rublev, Egor Gerasimov, Konstantin Kravchuk e Roberto Bautista Agut. La sua personale arrampicata gli ha permesso di chiudere l’anno al 205esimo posto.
Alcuni esperti lo hanno accostato ai grandi russi del passato: Kafelnikov e Safin. Il paragone tra Bublik e queste due ex stelle è un po’ azzardato, soprattutto nei confronti dell’infinita classe del secondo. Per la risposta definitiva dobbiamo attendere il naturale scorrere del tempo, proprio quello che serve a Alexander Bublik.