Recentemente il leggendario Andre Agassi ha deciso di lasciarsi andare e rispondere a qualche domanda sulla stagione attuale e sul suo passato, ma anche sull’irascibile Andy Murray e su di una Serena Williams spacca-record, fino ad arrivare al suo controverso rapporto con Pete Sampras, il suo avversario di sempre.
Dopo la finale agli Australian Open il britannico campione a Wimbledon nel 2013 Andy Murray è sembrato molto più iroso di quanto non lo sia stato in passato. Sembrava migliorato in campo, sembrava più maturo da quando è cominciato il suo periodo d’oro, e invece è ricaduto nel tunnel: a partire dall’ATP 500 di Rotterdam non è più riuscito a conquistare risultai consistenti, e anzi, le sue sceneggiate – definite da lui stesso “imbarazzanti” – l’hanno fatto scendere dalla terza alla quinta posizione del ranking (scavalcato nuovamente da Nadal e Nishikori). Cosa consiglia Andre Agassi ad Andy? Un figlio. Un bebè a cui badare potrebbe rilassarlo e renderlo una persona nuova: “Avere figli ti dà sempre e comunque nuove prospettive,” – dice il campione americano – “non c’è niente di meglio che guardare o giocare con il tuo piccolo per dimenticare una brutta giornata o una brutta sconfitta“.
L’equilibrio che serve quando si deve mettere il proprio figlio sopra ogni priorità quindi, potrebbe plasmare un nuovo Murray: il suo rapporto con Kim Sears sta andando a gonfie vele, tanto che i due sono in procinto di sposarsi ad aprile, e chissà che dopo o durante il matrimonio non arrivi una sorpresa. D’altronde, i figli sono una medicina per la carriera dei tennisti: ce lo insegna Roger Federer, ancora vincente e quasi imbattibile con quattro gemelli a cui pensare, o Novak Djokovic, diventato pressochè ingiocabile da quando è nato il suo piccolo Stefan. Agassi è sicuro che Murray vincerà un altro torneo del Grande Slam “perchè deve vincerlo, è uno dei più forti giocatori del mondo, non sarà un problema per lui conquistarne uno o più di uno da qui fino alla fine della sua carriera“.
Andre Agassi spazia poi dal britannico all’argomento Serenona Williams, che sta cercando di insidiare il record di Slam vinti appartenente a sua moglie Steffi Graf: l’americana è ferma a 19 con l’ultimo Australian Open conquistato, mentre la tedesca è al secondo gradino del podio con 22 trofei (il primo appartiene a Margaret Court, 24 Slam vinti). Gli viene chiesto se sia infastidito da questo fatto, e lui con un sorriso risponde: “Come potrei? Sarei soltanto un egoista: Serena è una delle sportive statunitensi più forti di tutti i tempi, potrò solo essere contento quando diventerà la principessa degli Slam, e non importa se supererà Steffi, perchè entrambe verranno ricordate come straordinarie, senza contare i numeri“. Diplomatico come sempre Andre dribbla le difficoltà e comincia a trattare l’argomento che lo ha ossessionato di più: la sua nemesi, Pete Sampras.
In campo si scambiavano sorrisi reciproci e colpi infuocati, fuori si lanciavano frecciate senza eguali: la rivalità fra i due è una delle più emozionanti di sempre, non solo fra le righe bianche dei terreni di gioco. E così, dopo il suo libro di successo Open, Agassi torna a parlarne, e comincia partendo dalle opere di beneficenza: “Riesco a guadagnare circa 172 milioni di dollari con 15 minuti di telefonate, tutti da reinvestire in beneficenza: con questi soldi ho creato più di 100 scuole tennis dedicate a chi non può permetterselo e ho imparato a godere meglio di tutto ciò che mi ha dato il tennis“. Una delle storie più tramandate su Pete Sampras (mai coinvolto a pieno in campagne di beneficenza) è quella riguardante il suo portafoglio: più prezioso dei suoi trofei, a detta di Andre.
“Eravamo entrambi in un ristorante italiano, fuori dal quale c’erano dei posteggiatori che offrivano un bel parcheggio alla propria auto in cambio di un po’ di soldi. Quando Pete è entrato per mangiare mi sono precipitato fuori a chiedere al parcheggiatore quanto gli avesse lasciato di mancia e la sua risposta è stata: un dollaro.” Con questa sconcertante dichiarazione su uno dei punti deboli di Sampras, sul quale ha sempre insistito Agassi, a volte con un modo simpaticamente sarcastico chiude il suo spazio dedicato alla stampa e chiosa con una menzione alla sua partecipazione alla IPTL (International Premier Tennis League, torneo d’esibizione giocato tra novembre e dicembre dello scorso anno): “lì ho capito quanto il tennis ti faccia diventare una persona lunatica, ma alla fine ciò accade perchè è proprio il tennis in sè ad essere lunatico“.