La tennista tedesca sta attraversando uno dei migliori momenti della sua carriera: domani a Miami si giocherà un posto in finale nel match contro Carla Suarez Navarro. Il motivo di un rendimento così alto? Oltre che una rinascita a livello emotivo e tattico, ce n’è uno molto particolare e divertente, che si è dimostrato molto d’aiuto.
Ci sono tre ore di differenza tra una costa e l’altra degli Stati Uniti, e se si passa per la campagna le ore possono anche diventare quattro o cinque; ma se si osserva il livello di gioco espresso da Andrea Petkovic in questi giorni a Miami, viene spontaneo insospettirsi: sembra che non avverta la stanchezza. La domanda perciò è: perchè in Florida riesce a esprimersi al meglio, mentre la settimana scorsa ad Indian Wells, in California, ha giocato così male? Il fatto è probabilmente riconducibile alla personalità della tedesca.
Il fatto è uno: Andrea ha una parte caratteriale molto forte, vivace e colorata, che probabilmente deriva dalle sue origini serbe, mentre nell’altra metà si nota palesemente la ricerca della perfezione, l’ordine e la razionalità tipiche di una tedesca doc. Nell’immacolata e tranquilla bellezza di Indian Wells, probabilmente ha prevalso la sua parte tedesca, che l’ha portata a ricercare ossessivamente quella perfezione mai trovata: il risultato è stata una tensione tecnico-tattica mai risolta e un deludente risultato.
Il caos “cubano” di Miami per la Petkovic sarebbe una sorta di relax al contrario, ed è forse per questo che sembra così a suo agio sul campo. Il diavoletto insidiato nel suo cervello che in California voleva convincerla che non era mai abbastanza, adesso la aiuta a riflettere in maniera totalmente rilassata, sedendosi su una sdraio durante i cambi campo. Se perde ad Indian Wells, a Miami vince, questo è poco ma sicuro: “La città mi rilassa” – dice la campionessa – “forse dovrei pensare di vivere qui un giorno“.
Difficilmente si può spiegare quali sono le vibrazioni che si avvertono nelle diverse città: certamente quelle che la Petkovic sente a Miami sono positive. In ogni caso è molto difficile da battere, ma la qualità di gioco espressa in Florida si avvicina molto ad una perfetta interpretazione della chiave tattica del tennis. Quattro anni fa aveva ottenuto la prima semifinale sotto le palme di Key Biscayne, ma a quel tempo era una giocatrice ben diversa.
“Wow, solo quattro anni” – dice – “ora mi sembra di essere cambiata completamente. Non sarò mai perfetta, mai in pace con me stessa: ma ora ho la sensazione di sentire un po’ più di calma dentro di me“. Probabilmente ha imparato con molta attenzione ad affrontare se stessa sul campo e a raccogliere i frutti dei sacrifici: “A quel tempo, lasciatemelo dire, giocavo con il paraocchi: ora ho un equilibrio decisamente migliore“.
E proprio da questo equilibrio è arrivata la splendida vittoria (6-4 6-2) nei quarti contro la talentuosa ceca Karolina Pliskova, dopo un primo set con poco ritmo. La partita è stata giocata con una sorta di pazienza tattica che di certo non avremmo visto applicata in campo quattro anni fa: la Pliskova nel secondo set probabilmente si è lasciata un po’ andare, va detto anche questo, si è accontentata del risultato e non ha avuto problemi a nasconderlo.
Perciò Andrea Petkovic ha ottenuto, con la semifinale conquistata a Key Biscayne, uno dei più grandi successi della sua carriera. Dopo la semifinale al Roland Garros lo scorso anno, è la quarta volta che raggiunge questo risultato nella categoria WTA Premier (quella di maggiore importanza appena dopo i tornei del Grande Slam): Indian Wells, Miami, Madrid e Pechino – in Cina raggiunse addirittura la finale nel 2011, l’anno di maggior successo della sua carriera.
Più che i punti ottenuti questa settimana, per lei è stato importante dimostrare di saper essere ancora al top, soprattutto prima del Premier di Charleston, dove dovrà difendere difenderne un sacco. La bella città a 940 km a nord della costa della Carolina del Sud è un luogo di relax, quindi un fattore positivo per la Petkovic, che si è dimostrata molto soddisfatta della qualità del suo gioco: tattica stabile, controllo e variazione le parole chiave.
Tra poco dovrà vedersela contro Carla Suarez Navarro in semifinale. La 26enne spagnola ha quasi sempre un piano B quando è in campo, perciò non sarà per nulla facile affrontarla. Numero 12 della classifica mondiale, è anche la giocatrice più in alto in classifica ad avere il rovescio ad una mano. Per battere Venus Williams (0-6 6-1 7-5) in una partita bella e divertente, gli è servito il repertorio completo e la Petkovic è rimasta colpita: “Carla è talento, a volte follia. E’ sempre stata molto varia, ma quest’anno è molto più aggressiva del solito“. Il conto è aperto, e la Petkovic vuole sedersi su molte altre sdraio in futuro.