Borna Coric, dove finisce la promessa e nasce il campione

Spesso nel tennis l’età non fa testo, non può che essere considerata come un dato fondamentale solo da un certo punto in poi. Non ci sono più i wonderboys dei record, quel piccoli diavoli che a sedici anni già si piazzavano dietro di loro un nutrito gruppetto di ammiratori e fotografi, con i primi successi che sconvolgevano l’ambiente e del futuro ancora non ci si curava più di tanto, o almeno non tanto quanto il presente. Le 17 primavere di Borna Coric, croato classe ’96, rappresentano quanto di più positivo il tennis del presente potesse aspettarsi da un circuito tutto schiaffi e servizio, con lo stesso Coric che, accostato a due suoi connazionali di una certa caratura come Marin Cilic e Goran Ivanisevic, si prende la responsabilità di uscire da tali schemi e di porsi come modello di se stesso. Rapidissimo, impostato come un giocatore navigato e negli occhi una grande cattiveria agonistica: Borna ha conquistato il Challenger di Izmar battendo in finale Malek Jaziri in un match tutt’altro che semplice, fatto di match points non sfruttati e con il suo avversario che ha giocato a livelli molto alti. I quarti di finale raggiunti poi ad Umag contro l’azzurro Fognini non sono stati altro che l’ennesima conferma che il tempo può limare tante piccole imperfezioni, può far crescere e maturare, ma sotto la carrozzeria il motore c’è eccome.

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Un rovescio a tratti disarmante, un diritto che può crescere ancora moltissimo, un servizio che già dice la sua. Il bagaglio tecnico è già a buon punto, così come l’intelligenza tattica in campo, ma resta comunque da vedere come saprà reagire il giovanissimo di Zagabria alle pressioni imposte da un panorama tennistico alla strenua ricerca di un grande campione del futuro. Quei terribili quattro, i “FabFour”, sono stati in grado di resettare completamente un criterio base della selezione naturale del tennis, e rispetto a questa evoluzione si sono potuti riscontrare diversi pro e altrettanti contro: la nuova “Golden Era” del tennis ha ridato slancio ad un’economia che aveva visto lo spettacolo e la diffusione di questo sport relativamente in calo, considerato anche l’avvento di un gioco molto più fisico e di “endurance” rispetto allo spettacolo pre-anni 2000. D’altronde il trend che ha preso piede ha riunito nelle categorie subito inferiori una serie di tennisti molto insidiosi, inossidabili e perfetti livellatori per quello che dovrebbe essere un futuro nel tennis che conta di qualche ragazzo in rampa di lancio. Di tanti che provano, molti falliscono anche a causa di una concorrenza spietata di tali esperti giocatori i quali, coadiuvati anche dal fattore esperienza in quei tornei e dal peso dell’età, formano una diga che solo i più talentuosi, o i predestinati, riescono a superare ancora in tenera età.

Tutto questo può parzialmente rispondere alle domande che i più si pongono rispetto alla mancanza di veri e propri talenti under 18, o meglio, di una mancanza totale di realizzazione di tali promesse, spesso strumentalizzate e stroncate sul nascere (il tennis è sport individuale, è bene ricordarlo ogni tanto). Sebbene non ci siano più i Nadal, le Hingis, le Seles, i Becker ecc., vincitori Slam o arrembanti Top10 fin dai primi anni da professionisti, una nuova generazione del tennis sembra star venendo fuori, con gli addetti ai lavori che hanno fiutato l’occasione di ridare il giusto lustro al tennis “new-age” e stanno, per il momento, lasciando crescere abbastanza tranquillamente i fenomenini entranti. In molti si sono sbizzarriti con le più variegate classifiche del futuro, con bilanci, statistiche e confronti, ma se tutto andrà come deve andare, tali numeri non potranno che venire fuori già negli anni immediatamente prossimi: Nick Kyrgios, Alexander Zverev, Kimmer Coppejans, Yoshito Nishioka, Luke Saville, Thanasi Kokkinakis, Hyeon Chung. Questi sono solo alcuni dei più promettenti, presi dalla attuale Top200 perché possibili crack dell’ultima ora. Uniti a Coric rappresentano un futuro che, seppure ancora incerto, può regalare dei sorrisi e delle speranze reali, con l’augurio che il tocco e la classe si prendano il giusto spazio sui campi e sui canali TV di domani. In tutto questo Borna Coric sta già arrivando, e di fermarsi non ha la minima intenzione.

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