Che cosa possiamo aspettarci da Sloane Stephens?

I tornei estivi sul cemento americano sono in pieno svolgimento ormai da qualche settimana e all'appuntamento più atteso di tutti, lo US Open, manca veramente poco. Proprio in queste settimane sembra stia tornando a competere ad alto livello una ragazza che da qualche tempo risiedeva nel backstage della WTA: Sloane Stephens.

Sebbene Sloane Stephens abbia iniziato la carriera professionistica attorno al 2008, tutti hanno iniziato a parlare di lei solo nel gennaio del 2013. Sotto il caldo di Melbourne infatti, dopo una battaglia di tre set a suon di vincenti (e racchette distrutte), riuscì a battere colei che poche settimane dopo sarebbe diventata numero uno del ranking, la connazionale Serenona Williams. Quell’anno per la Stephens fu un vero e proprio spartiacque per la sua carriera. Oltre alla semifinale raggiunta nello slam australiano, si spinse fino ai quarti di finale a Wimbledon e al quarto turno sia a Parigi che a Flushing Meadows.

Questa giovane americana appare come una promessa del tennis futuro, con un gioco pulito e divertente da vedere. Inizia il 2014 al numero 11 del mondo, in fiducia per quella che avrebbe potuto essere una gran stagione per la nativa di Plantation, Florida. “Avrebbe potuto”, perché purtroppo fu una stagione costellata da alti e bassi, da vittorie importanti seguite subito da sconfitte inaspettate. Insomma, la prova del nove Sloane non l’aveva passata a pieni voti. Il 2015 sembra essere la copia dell’anno precedente, quando poi, ad agosto, di fronte al pubblico di casa, Sloane riesce a vincere il suo primo titolo in carriera. Da quel momento le cose per l’americana si fanno un po’ più semplici e lei appare decisamente più sicura e in forma. L’anno successivo inizia nel migliore dei modi, con ben tre titoli portati a casa, rispettivamente ad Auckland, Acapulco e Charleston. Dopo il torneo su terra verde americano però, la Stephens entra di nuovo in un tunnel oscuro che toccherà l’apice con l’infortunio al piede destro e il conseguente ritiro da tutte le competizioni del 2016.

Australian Open 2013: Sloane Stephens stringe la mano alla sconfitta Serena Williams.
Australian Open 2013: Sloane Stephens stringe la mano alla sconfitta Serena Williams.

L’anno nuovo arriva e con lui l’operazione al piede, che costringerà l’americana ad estenuanti mesi di riabilitazione. Da gennaio fino a giugno di quest’anno, Sloane si è allenata duramente in campo e soprattutto in palestra, ma ha avuto anche il tempo di godersi un po’ la vita: ha viaggiato, ha passato tanto tempo con amici e famiglia, è stata addirittura commentatrice per Tennis Channel. Tutto questo prima del suo ritorno nei campi di Wimbledon. L’esordio di Sloane a Londra non è vincente, così come non lo è quello di Washington. Tutto però cambia una settimana dopo quell’uscita al primo round nel torneo di casa, per mano di Simona Halep. Pochi chilometri più a nord, a Toronto, la Stephens riesce a spingersi fino in semifinale, battendo in fila Putintseva, Kvitova, Kerber e Safarova, prima di arrendersi a Caroline Wozniacki. Sloane sembra rinata dal punto di vista tennistico e fisico; i suoi colpi fluidi funzionano perfettamente, le gambe si muovono velocemente, e la mente appare riposata e pronta per qualsiasi battaglia. In questi giorni inoltre, in quel di Cincinnati, la statunitense continua a vincere e, battendo di nuovo Safarova e Kvitova successivamente, si ritrova al terzo turno opposta ad Ekaterina Makarova.

Che cosa ci possiamo aspettare da Sloane Stephens? Per quanto durerà questo stato di forma smagliante? Cosa succederà dopo? Queste domande sorgono spontanee. Certo, un paio di vittorie non possono essere considerate un “grande ritorno”, ma sicuramente fanno ben sperare per il futuro. Forse è ora di smettere di pensare a quello che ci si aspetta da questa ragazza, perché spesso e volentieri si creano dei meccanismi di pressione che non tutti gli atleti sono in grado di sopportare. E se non sono in grado di farlo, automaticamente crollano, prima ancora di ingranare la marcia. Forse a Sloane quella vittoria su Serena non ha fatto poi così tanto bene. Magari se avesse avuto meno pressione sulle spalle avrebbe vinto di più, raggiunto obiettivi più alti nella sua carriera. Ma con i “se” e con i “ma” non si conclude nulla. I troppi alti e bassi che hanno caratterizzato la sua carriera non le hanno permesso di esprimersi al meglio, e a quello si aggiunge anche una bella dose di sfortuna. Gli infortuni infatti, più o meno gravi, hanno sempre intaccato la Stephens tennista, che però è sempre riuscita a venirne fuori.

Ora come ora il suo obbiettivo, come lei stessa ha dichiarato, è quello di ritrovare la fiducia nel suo tennis e quindi di vincere più partite possibili. Non è certo un robot, non potrà essere perfetta per tutta la stagione, ma essere in forma mentalmente significa anche saper resistere nei momenti più difficili. Lei si limita a fare il suo lavoro, ovvero scendere in campo e giocare al meglio delle sue possibilità. Col tempo e con costanza i risultati, si spera anche a livello slam, arriveranno. Ed io, ad una ragazza solare, simpatica e talentuosa come lei, auguro il meglio.

Kevin Clement

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbero interessarti...