Diego Sebastian Schwartzman: il cacciatore di giganti

Dovrà ancora rimandare, Diego Sebastian Schwartzman, l’esultanza per il suo primo titolo nel suo paese natale. Infatti, dopo la sconfitta in finale lo scorso anno a Buenos Aires contro il nostro Marco Cecchinato, ieri l’argentino ha perso la sua seconda chance, questa volta all’ATP di Cordoba contro il cileno Christian Garin. Sembrava davvero giunto il momento di alzare il primo trofeo di questa stagione, proprio davanti alla sua gente, che lo sostiene sempre con grande coinvolgimento, ma non è riuscito ad imporsi sul suo avversario. Sconfitta amara, inaspettata, ma la stagione è ancora lunga e avrà molte occasioni per conquistare il suo quarto titolo ATP. Per adesso si gode un’ottima quattordicesima posizione nel ranking, grazie anche ad un buon quarto turno conquistato all’Australian Open, con lo sguardo rivolto verso il suo best rankingk, l’undicesima posizione, e perché no anche verso la top 10. Potrà dire la sua in questa stagione?

Diego Sebastian Schwartzman, argentino, classe 1992, grande lottatore, giocatore grintoso, predilige la terra rossa e alla sua grande caparbietà riesce ad unire un buon gioco. Ragazzo determinato, ha dovuto affrontare molte difficoltà fin dall’infanzia per inseguire il suo sogno. Questo gli ha permesso di apprezzare moltissimo ogni piccolo traguardo della sua carriera, costruendosi, passo dopo passo, un percorso da grande professionista. Ha dovuto combattere. e deve continuare a farlo, soprattutto con il suo più grosso limite: l’altezza. I suoi 170 cm ne fanno uno dei giocatori più bassi del circuito, e, in un ambiente di spilungoni, il suo lavoro per restare fortemente competitivo non può mai fermarsi, sempre alla ricerca del giusto modo per sopperire a questa mancanza con un’eccellente condizione fisica e una chiara idea di gioco. Diego ha sempre ammesso di dover faticare più del dovuto per resistere a quei livelli e per riuscire a fronteggiare giocatori spesso più alti di lui anche di 20 cm. Non può affidarsi al servizio, colpo fondamentale e ormai punto di forza di molti tennisti, non può affidarsi allo strapotere fisico, componente sempre più determinante nel tennis di oggi, e allora deve trovare soluzioni valide, deve essere intelligente, deve saper compensare, deve mantenere grande concentrazione e grande tenacia e deve saper sfruttare ogni occasione. Non è facile, e non è facile farlo con costanza, ma il giocatore c’è. Schwartzman è un ottimo tennista, giocatore ostico, atipico, dinamico, buona tecnica, tiene bene il campo. Il suo limite gli ha permesso di sviluppare delle necessarie contromisure che hanno sicuramente migliorato il suo stile di gioco e le sue capacità. Così è riuscito spesso a vincere su grandi giocatori, pur partendo da sfavorito, diventando un avversario temibile per tutti. “Il cacciatore di giganti” è riuscito a sconfiggere tennisti del calibro (… e dell’altezza) di Thiem, Zverev, Cilic, Anderson e molti altri.

Fino ad ora è riuscito a conquistare tre titoli ATP: due ATP Word Tour 250 (Istanbul 2016, Los Cabos 2019) e un 500 (Rio de Janeiro, 2018). Il 2018 la sua migliore stagione: raggiunge i quarti di finale al Roland Garros e guadagna l’undicesima posizione in classifica (best ranking). Riesce dunque a diventare un certezza del panorama tennistico, consolidando con costanza un posto nei top 20. Manca però il passo decisivo, la consacrazione più ambita, lo scalino che separa i giocatori forti dai campioni: la top 10. Di certo Diego ci pensa, è una meta vicina, la vede dritta davanti a sé, la brama. Con i 105 punti guadagnati a Cordoba si è portato a meno 270 da David Goffin (10°). Sarà una scalata molto difficile, nessuno lì davanti è disposto a regalare un centimetro, ma lui è abituato a lottare e continuerà a farlo. A volte, però, lottare non basta per ottenere un risultato. Spesso i limiti, che siano tecnici, fisici, mentali o di talento, possono tarpare le ali ai sogni di gloria, anche quando sono così vicini. La domanda allora è una: Diego Sebastian Schwartzman ha le qualità giuste per entrare nella top 10?

Christian Cavagna

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