Quando Grigor Dimitrov si affacciò al circuito Atp venne subito etichettato come il “baby Federer”: stile di gioco molto simile, caratterizzato da uno splendido rovescio e da tanta eleganza. C’erano dunque tutti i presupposti per vedere all’opera per molti anni una controfigura dello svizzero e gli appassionati di questo sport non sembravano affatto dispiaciuti. Dal canto suo, il bulgaro non faticò molto a dar seguito ai buoni risultati ottenuti a livello Junior – vincitore a Wimbledon e agli Us Open – e dopo un paio d’anni di rodaggio, nel 2013 finalmente incominciò a dire la sua. A inizio anno raggiunse la finale a Brisbane, dove fu sconfitto da Andy Murray, ma fu la vittoria del suo primo titolo Atp a Stoccolma, nel mese di ottobre, a sbloccarlo davvero. Nei sei mesi seguenti, infatti, arrivarono risultati a dir poco notevoli: trionfi ad Acapulco, Bucarest e al Queen’s, quarti di finale a Melbourne, ma anche semifinale a Roma, in Canada e soprattutto a Wimbledon, dopo aver dominato nei quarti il padrone di casa Andy Murray. Giunto scarico a fine anno, Grigor non riuscì a chiudere in bellezza la stagione, mancando il bis a Stoccolma, dove perse in finale contro Del Potro. Questa sconfitta apparentemente normale in realtà fu il primo step della parabola discendente di Dimitrov, che a cavallo tra il 2015 e il 2016, due anni da dimenticare, perse ben tre finali Atp, raggiungendo probabilmente il punto più basso ad Istanbul.
La sua carriera non è però ancora irrimediabilmente compromessa. Dimitrov vive infatti la sua miglior stagione tennistica nel 2017, partendo subito bene grazie alla vittoria del torneo di Brisbane e venendo sconfitto agli Australian Open solamente in semifinale, da Nadal al quinto set. Dopo la vittoria nel torneo di casa a Sofia, Dimitrov si toglie la soddisfazione di aggiudicarsi un Masters 1000, il primo in carriera, imponendosi a Cincinnati in finale su Kyrgios e poi addirittura chiude la stagione con il botto, trionfando alle Atp Finals, dove si laurea campione senza perdere neanche un match. Chiude l’anno alla terza posizione del ranking. La finale persa contro Federer a Rotterdam è solamente un barlume di speranza, una minima consolazione in un biennio disastroso tra 2018 e 2019 tra continui cambi di allenatore e tanta confusione. Nella giornata di lunedì, l’ennesima bruciante sconfitta, contro Moutet all’esordio ai Championship. Incontro in pugno per il bulgaro, che si trova avanti due set a zero con persino la possibilità di servire per il match sul 6-5 nel terzo; incredibilmente, però, la lampadina si spegne e, dopo aver perso il tie-break nel terzo parziale, Grigor conquista appena quattro giochi nelle due restanti frazioni, uscendo piuttosto male da quella che poteva essere un’occasione di riscatto.
Una sconfitta piuttosto emblematica, che testimonia tutte le difficoltà che ha incontrato il bulgaro negli ultimi tempi, precipitando in classifica, perdendo fiducia e non avendo punti saldi a cui appigliarsi. Altrettanto emblematica è stata la scelta di non presentarsi in conferenza stampa dopo il match perso contro Moutet, probabilmente ancora amareggiato per via della sconfitta. Per aver disertato l’incontro con i giornalisti, Grigor dovrà pagare una multa.
L’anno scorso Vallverdu aveva dichiarato che il problema non era solo mentale ma c’era da lavorare anche sul tennis di Dimitrov, in particolare sui troppi doppi falli. I due si sono dati perciò un altro semestre di tempo per cercare di ottenere buoni risultati, fino a quando Grigor non ha deciso di cambiare, affidandosi a Radek Stepanek ed Andre Agassi. I risultati sulla terra battuta non sono stati così negativi, in particolare al Roland Garros dove ha battuto Cilic al quinto set, spingendosi fino al terzo turno; meno positiva la parentesi sull’erba, dove non ha vinto neppure un incontro.
Spesso sulle prime pagine dei giornali per vicende extra tennistiche, come le sue relazioni amorose con Maria Sharapova prima e con Nicole Scherzinger poi, il nativo di Haskovo ha dichiarato di voler essere ricordato come vincitore slam: è indubbio che le qualità non gli manchino, ma la strada è ancora lunga ed appare alquanto difficile che possa riuscire a conseguire questo traguardo.
La speranza è che il tennis possa ritrovare il vero Dimitrov, forse quello che era una volta o forse quello che non è mai stato. Fatto sta che la versione attuale del bulgaro non è sicuramente la migliore e non è quella che vorremmo vedere. Se poi dovesse andare male con il tennis, beh, Grigor potrebbe ripiegare sul canto. Tempo fa si esibì infatti insieme ai colleghi Federer e Haas. Chissà che quando si ritirerà anche lo svizzero, i tre non possano dare vita ad un nuovo gruppo musicale. Probabilmente i fan non mancherebbero.
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