Edoardo Eremin, “work in progress” verso una rinascita

Edoardo Eremin si sta mettendo sempre piú in mostra nei tornei Challenger esprimendo un tennis molto affascinante. In questo 2016 si sono visti molti progressi, a partire dal dritto. Sarà l'anno di una definitiva esplosione?

Qualcosa è cambiato. Per troppo tempo il talento di Edoardo Eremin è rimasto imbrigliato nelle sue paure, nelle sue insicurezze. Sembra aver imbroccato la via maestra, ora vince e convince, supera le qualificazioni in scioltezza, quasi come fosse un’incombenza figlia di una classifica ancora troppo “bassa”, che lo costringe a doversi misurare con giocatori che ormai batte con regolarità. Ha impiegato 4ore e 30 minuti per avere la meglio su Londero, Dlouhy e Beck, sapeva di dover centellinare le energie, per poter entrare in tabellone rodato ma non stanco. La terra italiana e le wild card della FIT gli hanno dato la giusta fiducia, prima le prestazioni, poi anche i risultati.

Eremin da Barletta è rinato, cancellando un brutto avvio di stagione, a Vicenza ha fatto un ulteriore step che gli ha permesso di trovare dei risultati all’altezza del talento che si ritrova. Al primo turno incontra Golubev, giocatore kazako che verrà ricordato per il dritto supersonico, scagliato a velocità spaziali. Golubev è un giocatore che su terra non offre le sue migliori prestazioni, ma è pur sempre un giocatore molto fastidioso che se può cerca di avere il pallino del gioco. Il primo set vede una sostanziale parità con Eremin che fatica a trovare il tempo in risposta, non si procura nessuna palla break ma deve cancellarne 3 consecutive a Golubev, non si scompone e trova il modo di vincere un game di importanza capitale.

Il tie-break è lo specchio del primo set, solo che il guizzo finale è di Eremin. La prima metà del secondo set prosegue sulla falsa riga della prima frazione, con entrambi che riescono a mantenere i rispettivi turni di servizio. Ma nel settimo gioco, Eremin rompe gli indugi e brekka finalmente Golubev, che non si scompone e ritorna sotto controbrekkando immediatamente. Nel nono gioco c’è tutto l’Eremin targato 2016, incassa ma reagisce, rimane lì con la testa, alza il livello e porta a casa un nuovo break, che regala un successo importante che lo proietta al secondo turno dove ad attenderlo c’è il brasiliano Dutra Silva.

L’asticella si alza ulteriormente, ma Eremin parte subito bene, spostando il match sui suoi binari preferiti, ossia, costante spinta da fondo con entrambi i fondamentali che gli permetterà di trovarsi sopra di un break quasi subito. Dutra Silva fatica a trovare una via di fuga, un modo per limitare l’esagerata potenza dell’italiano, che riesce a tenerlo stabilmente in apnea, facendo fare da tergicristallo al brasiliano. Poi l’errore su una facile stop volley, è il preludio ad un ritorno del brasiliano che approfitta di un Eremin non più lucido, ma che comincia ad avvertire i primi giramenti di testa e recupera il break. Fatica a respirare e i giramenti di testa aumentano, tiene duro ma ormai non c’è più niente da fare e il brasiliano ne approfitta portando a casa un match che a mio avviso avrebbe potuto tranquillamente perdere. La crescita di Eremin rispetto ad inizio anno è enorme, il dritto inside-in è diventata un’arma terrificante, unita ad un rovescio incrociato, vero marchio di fabbrica di Edo, servizio esplosivo, anche se qui a Praga ha commesso molti doppi falli, forse sta cercando di cambiare qualcosina sulle seconde, lavorandole maggiormente e cercando un kick ancora più esasperato. Eremin è un bel work in progress.

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