Federico Luzzi è stato una delle tante promesse del tennis italiano, tennista estroso, amante dei tocchi di fino aveva vissuto una carriera juniores da predestinato. I primi palleggi Luzzi li aveva iniziati all’età di 4 anni al circolo tennis di Arezzo, sua città natale insieme a Daniele Bracciali, ex pro ed azzurro di Coppa Davis oggi maestro di tennis nel medesimo circolo. Daniele con Federico ha condiviso una vita intera, da quei primi scambi nei campetti di Toscana, fino al giorno in cui l’amico si sentì male ucciso da una leucemia fulminante.
Qual era il rapporto che ti legava a Federico?
“A Federico mi legava un rapporto molto stretto, praticamente abbiamo iniziato a giocare a tennis insieme, io avevo 6 anni e lui 4. I genitori lo portavano al circolo perché il padre era direttore sportivo del TC Arezzo e siano nati tutti e due lì. Tutti i giorni fin da piccoli eravamo insieme, facevamo i corsi di tennis insieme, poi crescendo abbiamo giocato le coppe a squadre per il circolo, lui faceva una categoria sotto la mia. Nell’arco degli anni questo rapporto si è molto saldato, insieme siamo stati convocati al centro federale di Cesenatico ed anche lì dalla mattina alla sera eravamo sempre insieme. Eravamo legati, legatissimi, Federico era molto legato anche ad altre persone come Potito Starace (ex tennista azzurro di Davis n.d.r). Gli sono stato accanto dagli inizi storici del tennis, fino all’ultimo giorno in cui ci ha lasciati.”
Racconta Daniele alle pagine di Tennis Circus tramite le quali ha avuto il piacere di ricordare “ Luz” (come soleva chiamare Federico) a tredici anni dalla sua scomparsa.
Che tipo era Federico?
“Era un tipo molto estroverso, era uno a cui piaceva stare in compagnia, fare combriccola. Era un ragazzo molto generoso, quello che aveva lui era anche degli altri, non è che si faceva grossi problemi. Aveva un po’ la testa tra le nuvole, si dimenticava spesso le cose, gli oggetti, e qui ti potrei raccontare duemila cose… dalla racchetta all’abbigliamento, addirittura una volta riuscì a perdere anche il prize money di un torneo…. . Era Federico, era Luz, era un personaggio. Mi ricordo che quando andavamo in giro e bisognava attaccare bottone con qualcuno, mandavamo avanti sempre Luz per primo perché era quello che con i suoi discorsi filosofici riusciva sempre ad intortare le ragazze. Era la nostra punta, il nostro attaccante (ride).”
Daniele era con Federico anche quando l’amico iniziò ad accusare i primi malesseri, erano ad Olbia entrambi impegnati in un match di Serie A, giocavano come avversari.
“Praticamente io ero lì quando lui si sentì male, tra l’altro giocavamo contro in un incontro di serie A ad Olbia, io giocavo per l’Olbia e lui giocava per il Parioli. Il sabato stava male, aveva la febbre e un gran mal di testa, infatti il giorno dopo non ricordo se giocò qualche game e si ritirò, o addirittura non giocò. La sera prendemmo l’aereo insieme e tornammo a Roma, lui aveva la macchina lì però la lasciò all’aeroporto e tornò con me. Mi ricordo che si mise sul sedile di dietro ma non disse una parola perché aveva questo gran mal di testa e così lo riportai io ad Arezzo. Quando arrivammo la domenica sera lo venne a prendere il padre.”
Federico fu ricoverato per accertamenti, sembrava avesse solo una brutta influenza. Analisi più approfondite rivelarono una leucemia mieloide acuta, un avversario troppo forte per il tennista aretino che lo uccise in meno di una settimana, a soli 28 anni.
“Il lunedì il padre lo portò all’ospedale dove fece l’analisi del sangue e si accorsero che aveva la leucemia. Ricordo che andai a trovarlo quei due giorni, poi una sera ebbe un peggioramento, lo portarono in terapia intensiva e da lì non si è più svegliato. Il sabato ci comunicarono che era deceduto ma già dal venerdì era in condizioni critiche. Mi ricordo il volto del padre che usciva dalla terapia intensiva è che aveva già capito come sarebbe finita.”
Fu una morte che sconvolse tutto il mondo del tennis, Daniele insieme agli altri compagni di Coppa Davis ne portò in spalla il feretro, come sempre vicino a Federico, come in quei primi palleggi al TC di Arezzo.
Che sensazione lasciò la sua scomparsa?
“La sensazione che lasciò a tutti ancora oggi è una sensazione di vuoto, lui era un personaggio del tennis italiano ben voluto un po’ da tutti, questa scomparsa così veloce ha preso tutti all’improvviso. Penso che all’inizio nessuno si rendeva conto, compreso i familiari, di ciò che era successo, poi con il passare del tempo ed ancora oggi ti accorgi a distanza di 13 anni del vuoto che lasciato sia nel mondo tennistico che qui ad Arezzo. L’amicizia che tutti avevano con Luz non è che uno la può cancellare, un vuoto immenso che rimane e rimarrà sempre.”
Bracciali che oggi è maestro di tennis al circolo Arezzo e gioca anche qualche torneo nazionale, è stato al centro di una vera e propria odissea giudiziaria in ottica di tennis-scommesse. L’ex azzurro è stato assolto dai tribunali italiani da tutte le accuse ma non dall’ATP, per la quale risulta ancora squalificato.
“Sono stato al centro di un grosso accanimento giudiziario che ancora non si è concluso, penso e spero, che a brevissimo si concluderà perché lo scorso settembre ho fatto l’appello al TAS per la sentenza dell’ATP dove sono stato squalificato. Mi viene da ridere perché prima sono stato assolto dal tribunale sportivo italiano, poi da quello penale e poi sono stato condannato dall’ATP con delle motivazioni veramente imbarazzanti. Ora abbiamo l’udienza al TAS, spero che siano dei giudici imparziali. Aspettiamo fiduciosi, io spero che verso la metà di novembre possa uscire la sentenza. Ad oggi sono squalificato per quanto riguarda i tornei internazionali, spero che cambi e alla svelta, ormai sono 7 anni, speriamo di arrivare ad una fine. Oggi in Italia insegno faccio il maestro al circolo tennis Arezzo, gioco qualche coppa squadre, qualche torneo Open, seguo dei ragazzi… quello che volevo fare anche prima che mi arrivasse la squalifica. Se ci sarà una sentenza positiva al TAS spero di poter iniziare ad andare in giro per qualche torneo come coach.”
Parlando del tennis giocato, Sinner, Musetti, Berrettini, Sonego, chi tra questi pensi sia destinato ad avere un futuro più luminoso?
“In questo momento il tennis italiano penso stia vivendo il suo miglior periodo di sempre, c’è Berrettini tra i primi dieci, a ridosso c’è subito Sinner che prima o poi entrerà anche lui. Poi ci Sonego, Musetti e ed altri come Mager, Travaglia, Seppi, Cecchinato, penso che così tanti giocatori top 100 non li abbiamo mai avuti. Quando giocavo io c’erano le donne Schiavone, Vinci, Pennetta ed Errani che erano fortissime, erano tra le top. Ora la questione si è un po’ rigirata ma va bene così, l’interessante è che il tennis italiano sia sempre al centro dell’attenzione .Tra questi dire chi avrà un futuro più luminoso non è facile, credo ce l’abbiano già tutti. Essendo un amante di chi gioca con il rovescio ad una mano, a me piace molto vedere giocare Musetti ma non vuol dire che sarà quello che arriverà più lontano. Credo sarà una bella lotta e sarà di incentivo per tutti per cercare di migliorare e stare avanti all’altro. Poi chi arriverà più avanti solo il tempo ce lo dirà.”
Berrettini a Wimbledon ha già conquistato la sua prima finale Slam. Secondo te Riusciremo a tornare a vincere uno Slam anche in campo maschile?
“Quello che ha fatto Berrettini, finale ad un torneo del Grande Slam è un risultato enorme, pazzesco, sicuramente non sarà facile ripeterlo. Però credo che sia lui che Sinner hanno tutta la possibilità di fare bene ad un torneo del grande Slam e magari anche arrivare in fondo e addirittura vincerlo. Non metterei nessun paletto, penso che vincere un torneo del Grande Slam possa essere una cosa possibile, chiaramente difficile, molto ma molto difficile però non impossibile. Poi Sinner è ancora giovanissimo davanti a se ha veramente tanti anni di circuito, entrambi hanno la possibilità di ripetere e di migliorare il risultato di Berrettini a Wimbledon.”
Concludiamo con un saluto a Federico, se potesse ascoltarti cosa gli diresti?
“Gli direi che ci manca, a me ed a tutte le persone care che aveva e che ci ha fatto un bello scherzetto, un po’ troppo presto ce l’ha fatto. E che un giorno ci rincontreremo, ne sono sicuro.”
Ringrazio sentitamente Daniele Bracciali per la disponibilità
Daniele Bracciali