ESCLUSIVA TC- Giorgio Galimberti : “Federico era una persona speciale, manca tantissimo.”

Il 25 ottobre del 2008 Federico Luzzi veniva ucciso da una leucemia fulminante a soli 28 anni. Una morte che sconvolse tutto il mondo del tennis come ci racconta l’ex tennista e grande amico di Luzzi Giorgio Galimberti che Federico ce lo ha ricordato così.

 

Federico Luzzi era un ragazzo bello, atletico e pieno di vita un tennista professionista che non rincorreva più il sogno di diventare un campione dopo una serie di delusioni, infortuni ed occasioni mancate ma giocava per divertirsi, per passione perché il tennis era il suo mondo e la sua vita. Era stato n.98 ATP ed azzurro di Coppa Davis ed era in campo anche quando si sentì male durante un match di serie A con il TC Parioli ad Olbia, voleva esserci nonostante un forte mal di testa che lo costrinse ad abbandonare i giochi dopo un solo 15. Nell’ospedale di Arezzo sua città natale dove venne ricoverato per i sintomi di una brutta polmonite gli diagnosticarono una leucemia mieloide acuta, un avversario che Federico era pronto a combattere e sconfiggere come aveva detto a tanti suoi amici e come ci racconta Giorgio Galimberti , ex tennista professionista e grande amico di Luzzi.

Sono venuto a sapere della sua scomparsa tramite una telefonata che mi fece Potito Starace (ex. tennista azzurro n.d.r.), la cosa che più mi dispiace è che quella sera la sera in cui è andato in coma mi aveva chiamato ma io non ho potuto rispondere, quando ho richiamato il telefono era spento… . Ancora brucia tantissimo il fatto di non aver risposto a quella telefonata e sapere che cosa mi voleva dire anche se lo so. Ha chiamato gli amici più cari dicendo “oh mi hanno detto che ho questa cosa ma non c’è problema ragazzi, la sconfiggerò come ho sconfitto i miei avversari in campo” e purtroppo questo non è avvenuto. Ho ancora il rammarico di non aver risposto a quella telefonata, ogni volta che ci penso mi fa male il cuore.”

Federico entrò in coma la sera del 24 ottobre in seguito ad una crisi respiratoria, un coma dal quale non si risvegliò più il male lo uccise in meno di una settimana.

 

La scomparsa di Federico è stato uno shock, uno shock per tutti… non ce lo aspettavamo. – racconta Galiberti – Quando si sa di una malattia a lungo termine qualcuno si può preparare, questa è stata fulminante, è stata una rasoiata che ci ha messo al tappeto tutti quanti.”

 

Quale rapporto ti legava a Federico?

Si può dire che sia stato uno dei miei più grandi amici.  Nel circuito il gruppo che si frequentava fuori dal tennis eravamo principalmente io, Federico, poi Starace che è stato il migliore amico di Federico e Volandri (attuale capitano della squadra di Coppa Davis n.d.r.). Molto spesso che questo quartetto aveva piacere di vedersi oltre che sui campi e durante gli allenamenti, anche nella vita privata. Abbiamo giocato tantissimi tornei insieme con tantissimi ricordi.”

 

Che tipo era ?

“Era un ragazzo solare, divertente molto particolare come carattere ma allo stesso tempo la sua unicità lo faceva amare veramente da tutti quanti. Era sicuramente quello con una grande chiacchiera e che mandavamo in avanscoperta quando bisognava andare a parlare con le ragazze perché aveva una grandissima dialettica, soprattutto con il sesso femminile ed era veramente una persona che portava allegria, forse il più grande accentratore che io abbia mai conosciuto”

 

Un ricordo particolare che ti lega a Federico?

“Trovare un ricordo particolare è difficile, con lui ho passato tantissimi anni. L’inizio è stato negli anni novanta quando eravamo a Cesenatico al centro tecnico nazionale e ancora esisteva un pochino di nonnismo. Io avendo 4 anni più di lui avevo battezzato in Federico colui il quale mi portava la borsa dal pulmino alla camera e ovviamente a lui non piaceva tanto questa cosa perché comunque gli dava fastidio e mi disse un giorno “comunque ricordati che io diventerò grande un giorno e questa me la pagherai”. Ovviamente alla fine era soltanto un gioco, uno scherzo e invece siamo diventati dei grandissimi amici, legatissimi.”

 

Che sensazione lasciò la sua scomparsa tra voi amici e colleghi?

“Chi è stato al funerale ha percepito sicuramente il vuoto che Federico ha lasciato in tutti noi. Eravamo tutti, tantissimi, non solo gli italiani ricordo che sono venuti dall’estero tanti giocatori spagnoli, tedeschi. C’è stata veramente la presenza di tutti quanti per Federico che come detto in precedenza era un accentratore di attenzioni, la maggior parte delle volte nel bene, delle volte anche nel male inteso come qualche litigio o screzio che può essere anche nato con qualche giocatore. Le persone così dal carattere forte ovviamente capita che possano avere qualche nemico ma hanno anche tanti amici ai quali li lega un’amicizia all’ennesima potenza. La sua scomparsa ci ha devastati.”

 

Cambiamo un attimo argomento e parliamo del momento d’oro che sta attraversando il tennis maschile. Pensi che l’Italia possa riportare in bacheca la Coppa Davis e vincere degli Slam?

“In questo momento viviamo il momento più florido del tennis azzurro con dei giocatori incredibili.  I primi tre Musetti, Berrettini e Sinner sono sicuramente delle punte di diamante con le quali possiamo veramente ambire, probabilmente già da quest’anno a fare un grande risultato in Coppa Davis. Non voglio espormi più di tanto ma sicuramente abbiamo le carte in regola anche per eventualmente vincere la Coppa Davis. Per quando riguarda gli Slam ovviamente abbiamo fatto una finale con Berrettini a Wimbledon che ci ha fatto anche sperare in una vittoria e quest’anno posso dire che forse se Sinner avesse portato a casa uno di quei match point con Alcaraz, probabilmente avremmo avuto una vittoria Slam. Però con i se e con i ma si va poco lontano contano i risultati, quello che è sicuro è che abbiamo dei giocatori che ci faranno sognare nei prossimi anni ma ancor di più abbiamo delle seconde linee che non andrebbero nemmeno chiamate seconde linee di grande caratura e di età molto giovane. Il tennis italiano è forte ed è giovane, abbiamo d’avanti almeno un decennio di grandi successi.”

 

Chi tra Sinner, Musetti e Berrettini pensi possa fare più strada?

“E’ come fare una profezia, cosa che non amo fare. Sono tre giocatori con caratteristiche totalmente diverse che si stanno adattando benissimo al circuito, ovviamente Sinner e Musetti sono molto più giovani di Berrettini per quanto Berrettini sia under 30 e di conseguenza abbia davanti a se tantissimo tennis ancora da giocare. Sceglierne uno è un azzardo, mi piacerebbe sceglierli tutti e tre.”

 

 

 Concludiamo con un saluto a Federico… .

“Io ogni volta che penso a lui lo saluto, ho la sua foto nel mio telefonino tra i preferiti e ogni tanto ovviamente ci casco sopra e mi viene in mente una persona che mi ha dato tanto, che mi ha fatto star bene e che mi manca. Semplicemente potrei dirgli questo: Federico sei stato per me una persona speciale e manchi a tutti noi tantissimo.”

Ringrazio sentitamente Giorgio Galimberti per la disponibilità

 

 

Giorgio Galimberti

 

Federico Luzzi

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