Non si può dire certamente che Amélie Mauresmo sia un personaggio convenzionale. Dalla sua carriera da giocatrice fino alla sua attività da allenatrice, passando per le sue scelte coraggiose fuori dal campo, la campionessa francese ha sempre voluto fare di testa sua. E spesso ha avuto ragione, perché il tennis è fantastico ma spesso la vita ti offre delle opportunità ancora più belle a cui non si può dire di no.
QUARTO MESE – È di ieri infatti che la notizia che la Mauresmo ha lasciato il team di francese di Fed Cup, all’indomani della combattutissima finale persa contro la repubblica ceca per 3-2, in quanto incinta del suo secondo figlio. Amélie ha anche spiegato, durante una conferenza stampa tenutasi nella press room del Roland Garros, come le sue giocatrici della nazionale nulla sapessero della sua gravidanza, già giunta al quarto mese: «Le ragazze l’hanno saputo solo questa mattina, non ho voluto fargli sapere nulla perché volevo che pensassero solo alla finale, nella quale abbiamo vissuto tantissime emozioni» ha dichiarato l’ex capitano del team di Fed Cup francese, aggiungendo anche che «diventando mamma ad aprile 2017 per la seconda volta, l’impegno è incompatibile con la Fed Cup, il cui primo turno è a febbraio e la semifinale ad aprile». Ancora una volta emerge il coraggio della francese, capace di continuare a portare avanti contemporaneamente per i primi mesi una bellissima gravidanza con la preparazione di un match importante come quello contro i cechi.
MANCANZA DI STIMOLI – Non convenzionale, esplicitamente omosessuale, campionessa formidabile ma anche un po’ pigra. Amélie Mauresmo può essere definita in tanti modi. A noi rimane in mente quel suo straordinario rovescio ad una mano in grado di infiammare le folle e che le regalò due titoli slam (ma sarebbero dovuti essere molti di più) e ben 39 settimane di vetta solitaria nel ranking WTA. E ci riaffiora anche il ricordo di quel ritiro inatteso e forse un po’ troppo precipitoso, nel 2009, a soli trent’anni, per mancanza di stimoli. «Non so se mi vedranno come qualcuna che ha cambiato davvero il gioco, forse come qualcuno che ha portato qualcosa di diverso al gioco. Qualcuna con generosità ed emozioni» aveva dichiarato qualche mese fa, dopo essere ufficialmente stata introdotta nella Hall of Fame al Roland Garros.
ALLENATRICE AL VERTICE – Anche nell’immediato post ritiro, però, la campionessa di Saint Germain era riuscita ad essere originale, spendendo gran parte del suo tempo alla ricerca dei vini migliori per le più importanti cantine francesi. E il sogno di avere un futuro nella produzione del vino è un progetto a cui la Mauresmo, parallelamente alla sua attività di allenatrice, non è mai parsa rinunciare. Tuttavia va detto che le occasioni per essere ancora immersa nel mondo delle racchette, ad alti livelli, non le sono mancate: nel 2012 viene chiamata sulla panchina del team di Fed Cup francese e, dopo alcuni tentativi a vuoto, riesce a far ingranare la squadra, riportando i transalpini nel gruppo mondiale. Da allora nel gruppo mondiale due belle edizioni, con una semifinale nel 2015 e la finale di cui dicevamo sopra, entrambe perse contro la bestia nera Repubblica Ceca. Il tutto senza disporre di una top ten già affermata: c’è la Garcia in rampa di lancio nel singolare e al vertice nelle classifiche del doppio, ma al suo fianco hanno contribuito anche la solida Mladenovic e la discontinua Cornet (che si aggirano intorno alla 40esima posizione).
NELL’ANGOLO DI ANDY – Ma un altro tassello di questa insolita, quanto sorprendente seconda vita tennistica di Amélie Mauresmo non può non essere individuato nei suoi due anni trascorsi nell’angolo di Andy Murray. Prima tennista donna ad allenare uno dei primi dieci in classifica dell’ATP, sicuramente il suo periodo alla guida dello scozzese non può non essere stato alla base dell’attuale rinascita tennistica di Andy, culminata con il numero 1 al mondo giunto la scorsa settimana. Nonostante qualche incomprensione «è stata una bella avventura in grado di aprire il mondo del tennis maschile. Son bel felice di essere stata una pioniera», dichiarò la francese. E poco importa se il divorzio con il campione scozzese è avvenuto con un po’ di amarezza, dovuta al comportamento iracondo in campo dello stesso Murray. In ogni caso per la ex numero uno al mondo è in arrivo un’altra bella sfida, questa volta lontana dal campo da tennis. Una sensazione che in realtà lei già conosce (è diventata mamma già del piccolo Aaron nel luglio 2015), ma non per questo meno bella. E poi chissà dove la rivedremo. Au revoir, Amèlie.
Di Giovanni Romano