In un momento in cui il tennis ungherese fatica a trovare una sua precisa identità, questa ragazzina nata a Budapest diciotto anni e mezzo fa, rappresenta sicuramente un buon motivo per sorridere e ben sperare per le sorti del mondo della racchetta magiara. Stiamo parlando di Fanny Stollar, biondissima teenager affacciatasi da poco al tennis che conta. Fanny è nata nel 1998, anno in cui una sua pseudo-connazionale arrivava in finale al Roland Garros e bazzicava tra i primi posti del ranking mondiale: stiamo parlando naturalmente di Monica Seles, jugoslava di famiglia ungherese, vincitrice di 53 titoli WTA tra cui 9 major. Altra pasta, altri tempi, altra giocatrice. Sicuramente arriverà anche il momento di una nuova Seles, anche se da qui a proferire un possibile paragone passa forse tanta acqua come dall’Europa alle Americhe.
La carriera di Fanny, o “Fanni” come all’anagrafe dell’ITF, comincia sin da giovanissima dopo aver provato altri sport come la pallamano, la ginnastica e il nuoto. La diatriba del nome viene risolta sin dagli albori dalla stessa atleta in un’intervista nella quale dichiara che il nome ufficiale è con la “y” finale, nonostante la ITF continui a chiamarla “Fanni”. Il primo risultato che aumenta la sua popolarità è la vittoria al campionato europeo nel 2014 in Russia, dove si aggiudica sia il singolare che il doppio, in coppia con la connazionale Dalma Galfi. L’impronta tecnica della giovane sembra orientarla verso il doppio, specialità nella quale raccoglie i risultati più positivi. In doppio, infatti, Fanny raggiunge la semifinale ai tornei juniores di Wimbledon, Us Open e ai giochi olimpici della gioventù.
Nel 2015 arrivano i primi titoli proprio in doppio, nel circuito ITF a Gainesville e Orlando in Florida. Gioca in coppia con la coetanea americana Ingrid Neel, nome attualmente poco conosciuto nel mondo WTA. Proprio dopo questi ottimi risultati arriva il debutto nel circuito maggiore, alle qualificazioni nel torneo di Miami, dove cede abbastanza nettamente ad Irina Falconi. Poco dopo arriva anche la prima vittoria in un torneo di singolare, a Galati in Romania, e la definitiva consacrazione al torneo junior di Wimbledon, dove vince il trofeo in doppio sempre con la connazionale Galfi; l’ottima annata continua con la semifinale agli Us Open juniores, stavolta in singolare.
Proprio al premier di Miami nello scorso 2016 è arrivata la sua prima vittoria nel circuito WTA; grazie alla wild-card ricevuta per disputare le qualificazioni, ha superato il primo turno approfittando del ritiro nel secondo set della sua avversaria, Polona Hercog. Al turno successivo ha però dovuto arrendersi alla più quotata Parmentier, mancando l’approdo al main-draw. Un piccolo infortunio al polso la tiene fuori dai campi qualche mese, costringendola a saltare sia il Roland Garros che Wimbledon, per poi ripresentarsi in ottima forma all’importante torneo casalingo ITF di Budapest, dove raggiunge la semifinale. L’ultimo utile risultato del 2016 arriva al torneo di Las Vegas, dove parte dalle qualificazioni e arriva fino alla semifinale, battendo la più quotata belga Elise Mertens al secondo turno, Jovana Jaksic ai quarti, prima di arrendersi all’altra belga Van Uytvanck in semifinale. Chiude l’anno al posto numero 287 in classifica.
Nell’anno corrente riceve la wild-card sia in singolare che in doppio, per l’Hungarian Ladies Open, torneo WTA di Budapest in febbraio, dove al primo turno ha la meglio sulla montenegrina Danka Kovinic, ma poco riesce a racimolare nel turno successivo contro la Beck. Sempre in febbraio fa il suo esordio in Fed Cup con la nazionale ungherese, vincendo sia in doppio che in singolare. Infine arriva il risultato che la manda sulle prime pagine, ovvero la vittoria su Elena Vesnina al secondo turno del torneo di Charleston. Partita dalle qualificazioni, liquida abbastanza facilmente la brasiliana Pereira e supera in seguito l’americana Grace Min entrando nel tabellone principale dove il sorteggio le mette di fronte un’altra qualificata, Asia Muhammad. Il successo in due set su quest’ultima le consente di affrontare nientemeno che la recente campionessa di Indian Wells, Elena Vesnina. Parte ovviamente con tutti i pronostici a sfavore, ma sull’originale superficie della Carolina del Sud, le sorprese non mancano mai e Fanny riesce ad impressionare tutti, grazie anche al suo potente servizio che le regala ben 13 aces nel match. La Stollar salva 15 palle break delle 19 concesse in tutto l’incontro e riesce ad avere la meglio in due set, imponendosi al tie-break in entrambi. I crampi e tante lacrime, la costringono al ritiro al turno successivo contro la futura finalista Jelena Ostapenko.
Dopo l’ottima prestazione appena compiuta raggiunge ovviamente la sua migliore posizione in classifica al posto 212. Che sia l’inizio di una lunga scalata verso le posizioni che contano? Come tante sue coetanee sarà soltanto il tempo a poter dare una risposta. I presupposti sicuramente non mancano.
Tommaso Borgatti