Il nome di Ashleigh Barty non è certo nuovo agli appassionati di tennis: fino a due anni fa si parlava di lei come la nuova stella del tennis femminile australiano. Nata nel 1996, dopo una brillante carriera junior (vittoria in Fed Cup, finale a Wimbledon nel 2011, battuta dalla russa Irina Chromaceva, e semifinale agli Us Open lo stesso anno, sconfitta dalla francese Caroline Garcia), la Barty era partita con il piede giusto anche in singolare, dove si era spinta alla 129esima posizione.
La giovane nata a Ipswich, però, aveva lasciato il segno in doppio, in coppia con la più matura connazionale Casey Dellacqua: insieme avevano vinto due tornei, a Birmigham nel 2013 e a Strasburgo nel 2014, e avevano raggiunto ben tre finali Slam nel 2013, tutte perse: gli Australian Open, battute dalla coppia Errani/Vinci, Wimbledon e gli Us Open. Un inizio incoraggiante, che prometteva una carriera brillante per questa giovane diciassettenne molto matura per la sua età, sia come tennis che come carattere.
Eppure, a volte, il peso della pressione di un’intera nazione, che già parlava di lei come l’erede della Stosur, unita alla dura carriera nel tour sono troppo difficili da sopportare. “Ovviamente [il successo che ho avuto] è stato fenomenale, ma è capitato tutto un po’ troppo rapidamente”, ha spiegato la Barty ricordando quei giorni difficili. “Sono passata da essere una sconosciuta ovunque nel mondo a vincere Wimbledon juniores e sei mesi dopo a giocare agli Australian Open. Sono stata vittima del mio stesso successo“.
Dopo gli Us Open 2014, al termine di un anno così così, Ashleigh aveva così detto basta e appeso la racchetta al chiodo per diventare giocatrice professionista di cricket, sua altra grandissima passione. “Amo il tennis. Ma ero diventata una robot, e non era ciò che volevo“, ha dichiarato quasi per giustificare la sua scelta.
Il tempo però, per fortuna, è in grado di cambiare le cose. Dopo oltre un anno e mezzo, Barty ha annunciato di voler tornare a giocare. Riparte questa settimana, nell’Itf da 25.000 dollari di Perth, dove si è iscritta in doppio in coppia con Jessica Moore. Un rientro in sordina, che tutta via potrebbe essere la prima tappa di una grande carriera, per ripartire da dove aveva iniziato. Il talento e l’età (20 anni da poco compiuti) sono dalla sua parte.
“Allora ero molto giovane“, ha spiegato la Barty, “ma ho compiuto 20 anni quest’anno e ho una prospettiva diversa della vita e del tennis in generale. Se mi andrà bene sarà grandioso. Se non mi andrà bene, non posso lamentarmi. Ho avuto una carriera fenomenale per il periodo breve in cui ho giocato, sono pronta per giocare gli ITF e si spera presto i WTA”. Ashleigh è tornata, e ha voluto concedersi una seconda chance nel mondo del tennis, una sfida che troppo prematuramente aveva deciso di non affrontare: solo il tempo ci dirà se la potrà vincere.