Il ritorno di mamma Vera

ST PETERSBURG, RUSSIA FEBRUARY 4, 2018: Timea Bacsinszky (L) of Switzerland and Vera Zvonareva of Russia hold the trophy at an awards ceremony following doubles final match against Alla Kudryavsteva of Russia and Katarina Srebotnik of Slovenia at the 2018 St Petersburg Ladies' Trophy tennis tournament. Bacsinszky and Zvonareva won the match 2-6, 6-1, 10-3. Peter Kovalev/TASS (Photo by Peter KovalevTASS via Getty Images)

La Russia del tennis ci ha regalato da sempre i talenti più strani, estroversi, nevrotici, i personaggi più curiosi e divertenti. Da questa generazione non è esente Vera Zvonareva eterna seconda, al pari di Dinara Safina, Anna Kournikova ed Elena Dementiva, regina senza Slam (con 2 finali perse in carriera) ed a differenza delle colleghe sopracitate senza nemmeno lo scettro di n.1, Vera si fermò un gradino sotto (n.2 WTA). Il suo talento non è mai stato particolarmente celebrato al confronto delle altre componenti dell’armata russa che negli anni tra il 2006 ed il 2010 spopolavano nel circuito. Forse perché meno appariscente delle varie Kirilenko e Sharapova, o forse perché il suo carattere emotivo l’ha portata a perdere spesso le grandi occasioni.

vera-zvonareva1.

VERA “CUOR DI CONIGLIO” – In Italia il suo nome è ricordato soprattutto per l’epica sfida contro Flavia Pennetta allo Us Open del 2009, quando l’azzurra le annullò ben 6 match points nel secondo set. La moscovita alla fine del parziale ebbe una crisi di nervi che la portò a perdere il match con un 6 0 in favore di Flavia. La freddezza non è di sicuro il suo forte ma ora che ha 33 anni e nulla da perdere, potrebbe non essere più un problema. Sembrava aver definitivamente appeso la racchetta al chiodo quando nel 2016 annunciò di essersi sposata e di aver dato alla luce la piccola Emily. Ora però Vera, che nel frattempo si è anche laureata per la seconda volta (in relazioni economiche internazionali all’Università di Mosca), vuole riprovarci perché l’amore per il tennis è troppo forte ed anche per dimostrare alle sue colleghe più giovani che diventare mamme non significa necessariamente smettere di giocare.

UN RITORNO SENZA PRESSIONI – A Wimbledon (dove fu finalista nel 2010) ha perso al primo turno da Angelique Kerber, mettendo la tedesca in difficoltà e mostrando un buon livello di gioco ma una forma fisica ancora da ritrovare. Lei non si pone obiettivi e se non dovesse tornare a vincere come un tempo “di sicuro non sarebbe un grosso problema per me”. Siamo sicuri che la piccola Emily le darà una marcia in più.

Exit mobile version