Luca Nardi è uno dei giovani tennisti italiani più promettenti, ventenne di Pesaro, occupa attualmente la posizione numero 118 del ranking mondiale. In bacheca ha 5 tornei Challenger, due di questi conquistati quest’anno, a Porto e Matsuyama. Nel 2023 Luca ha raggiunto anche il secondo turno al ATP 1000 di Montecarlo e ha partecipato alle Next Gen ATP Finals.
Il marchigiano ha recentemente annunciato un cambio di allenatore, passando da Francesco Sani e Gabriele Costantini del TC Baratoff di Pesaro, alla struttura di Giorgio Galimberti a Cattolica, dove sarà seguito, tra gli altri, da Marco de Rossi.
Abbiamo incontrato Luca nei pochi giorni in cui è rimasto a Pesaro dopo la trasferta in Arabia Saudita, prima della partenza per la preparazione ad Alicante insieme a Jannik Sinner.
In seguito è riportato il video completo dell’intervista e i punti salienti della chiacchierata con Luca, che ringraziamo ancora per la disponibilità mostrata.
https://www.youtube.com/watch?v=qGpVDrRHgFo
Come ti sei avvicinato al tennis e quando hai capito che potevi diventare un professionista?
“Ho iniziato a giocare a tennis a 8 anni, perché mio fratello andava sempre al circolo tennis, mi sono appassionato e ho deciso di iniziare anche io. Così è nata questa passione, se si può dire, per colpa di mio fratello. Ho giocato per hobby fino a 13, 14 anni e già facevo dei tornei ed ero bravino. Poi all’età di 16 anni ho scelto di provare a diventare professionista e quindi ho smesso la scuola pubblica, passando a quella privata. Sono stato un anno e mezzo a Tirrenia, in Toscana , dove c’è un centro federale, e sono stato lì per un anno e mezzo. Poi però non mi sono trovato benissimo e sono tornato a casa qui a Pesaro.”
Riavvolgendo il nastro di questo 2023, partiamo dalle Next Gen appena terminate a Jeddah. Come è stato giocare questo torneo?
“Io per Jeddah mi sono qualificato all’ultimo, dopo una trasferta in Giappone che è andata bene, dove ho vinto un torneo e fatto una semifinale. Le Next Gen sono stata sicuramente una bellissima esperienza, ci tenevo a partecipare dopo che l’anno scorso le ho mancate per pochi punti. In alcuni momenti è stato un po’ strano, con le nuove regole e i bambini sugli spalti che facevano rumore. Nel complesso è stata una bella settimana che però poteva andar meglio: su tre partite, due le ho giocate mentre in una non sono sceso in campo (la sconfitta con Stricker ndr).”
Qual è stato il tuo miglior momento dell’anno? L’approdo nel main draw dalle qualificazioni a Montecarlo o le vittorie a livello Challenger?
“Sicuramente uno dei momenti più belli è stata la vittoria con Otte nelle quali, non solo perché ho raggiunto il main draw, ma per l’andamento della partita. Ero sotto 5-1 al terzo ed ero alle strette, perciò recuperare e vincere con un giocatore esperto mi ha dato tanta carica. A Montecarlo direi le emozioni più forti, poi non ho avuto un anno buonissimo: ho vinto un challenger a Porto a fine agosto che mi ha dato morale, dopo un periodo dove non ho giocato benissimo e in cui mi sono infortunato a una gamba. Pertanto anche il torneo in Portogallo è stata una bella soddisfazione. “
Su quali aspetti del tuo gioco ritieni di dover lavorare maggiormente?
“Sicuramente devo migliorare fisicamente perché mi rendo conto che spesso sono indietro rispetto agli altri. Sono tutti quanti delle bestie fisicamente, sono grossi e possono restare in campo 5 ore, per me è un punto dolente. Dopodiché mentalmente non sono proprio perfetto, non sempre riesco ad essere costante all’interno anche della stessa partita e ho parecchi alti e bassi. Quindi questi due aspetti vanno sicuramente migliorati.”
Quanto impattano su di te i grandi risultati di altri giocatori italiani? Sia perché c’è meno attenzione mediatica su di te o perché puoi imparare tanto da loro?
“Sicuramente è un grosso stimolo perché sono tutti ragazzi che io conosco benissimo da quando siamo piccoli. A parte Sonego e Berrettini, che sono più grandi ma con cui ho comunque relazionato, con gli altri ho rapporti di amicizia da più tempo e mi dico, se loro ce l’hanno fatta, anche io posso togliermi diverse soddisfazioni. Magari non arriverò al numero 4 del mondo come Sinner, però sapere di questi risultati mi stimola molto.”
Tornando su Jannik, sappiamo che ti allenerai con lui in Spagna nelle prossime settimane, come è nata l’amicizia tra di voi?
“Allora io con Jannik mi sono allenato per la prima volta a Roma l’anno scorso, perché conosco bene, sin da quando ero piccolo, il suo allenatore Vagnozzi, essendo marchigiano come me. Un giorno Vagno mi aveva chiesto se volessi allenarmi con Jannik, io ovviamente ho subito accettato e da lì mi sono trovato subito bene con lui. Ogni volta che c’è la possibilità cerco di allenarmi con Jannik, perché oltre a essere un ottimo giocatore dentro il campo, fuori è un ragazzo tranquillo con cui si passa molto volentieri il tempo. Pertanto ogni volta che si presenta l’occasione ci alleniamo assieme.”
Come si svolge una giornata tipo di preparazione in vista della nuova stagione?
“Nelle prime settimane si cura maggiormente la parte fisica. Allenandomi due volte al giorno, faccio due ore e mezza di parte fisica e un’ora e mezza di tennis alla mattina. Al pomeriggio lo stesso, due o due ore e e mezza di parte fisica e il tennis dipende se ne ho bisogno o no. Quindi questo per il primo periodo, dopodiché gradualmente riduco la parte fisica e aumento il tennis. Perciò inizialmente si cerca di fare un bel carico di lavoro tra palestra e corsa per poi trasformare il tutto in campo.”
Ma se a breve inizi la preparazione, le vacanze le farai, visto che sei appena tornato dalla trasferta in Giappone e Arabia?
“Avrei voluto ma purtroppo ho finito troppo tardi i tornei e non c’è stato tempo. Ho fatto 3-4 giorni qui a casa a Pesaro dove non ho toccato la racchetta ma nient’altro. L’anno prossimo spero di riuscire ad andare una settimana al mare da qualche parte.”
Quando ti rivedremo in campo, oltre alle qualificazioni degli Australian Open?.
“Le qualificazioni a Melbourne, prima ancora devo decidere che torniamo fare. Potrebbe essere o un Challenge in Australia, a Canberra o un ATP a Hong Kong.”
Nardi ha poi scelto di iniziare la stagione dalla capitale australiana, torneo Challenger che inizierà il 31 dicembre.
Infine, quali obbiettivi ti poni per il 2024?
“Sicuramente vorrei essere più in alto possibile nel ranking, però senza troppe pressioni. Se cerco di mettermi un obiettivo in numero e non riesco a raggiungerlo, dopo qualche difficoltà mi creo troppe aspettative. Cosa di cui, specialmente per come sono fatto io, non ho bisogno, perché so che mi creerebbe un po’ di ansia. Quindi l’obbiettivo resta competere al meglio con i più forti ed essere più in alto possibile nel ranking.”