Janko Tipsarevic, classe 1984, dopo la guerra vissuta a Belgrado, nella sua Serbia, la sua carriera è stata spesso tormentata, da drammi e da infortuni, come nel 2015, quando gli fu diagnosticato un tumore benigno. Dopo tanti problemi e soddisfazioni, il serbo, appenderà l racchetta al chiodo a fine stagione per dedicarsi alla sua famiglia e all’Academy per sfornare nuovo talenti. Ecco un ritratto di colui che aperto l’annata d’oro della Serbia.
UNA CARRIERA SFORTUNATA- Janko Tipsarevic, professionista dal 2002, ha sempre avuto una specie di conflitto con la vita: sin da bambino infatti, ha sofferto la fame e la guerra in Serbia, durante gli anni ’90, abituandosi, come altri tennisti dell’Est, alle difficoltà, rendendo i problemi tennistici e i vari infortuni, pane per i denti. Un ragazzo che però non ha mai smesso di sognare e di mollare, che ha iniziato a giocare all’età di 6 anni, prima di trasferirsi nel ’93 all’accademia “Novi Beograd Tennis Club”, per inseguire il proprio obiettivo. Un tennista sempre propenso alla sfida, al raggiungere il proprio sogno, attraverso sacrifici e rinunce con l’umiltà e la rabbia, in positivo, che danno forza alle persone che hanno vissuto momenti sconfortanti come l’ex numero 8 al mondo. Il giocatore serbo, che conosce bene la parola infortuni, ha avuto vari anni di stop, ma comportandosi sempre in maniera egregia, da gregario, anche in una nazionale come la Serbia, con il più grande tennista mai avuto: Novak Djokovic. Janko, dopo i problemi alla vista, come mostrano gli occhiali sempre indossati, oltre ai vari problemi fisici di natura tennistica, come alla schiena e alle ginocchia, nel 2014 ha affrontato quello più grave e pericoloso, battendo l’avversario più insidioso: un tumore al tallone sinistro. Un giocatore che non si è mai dato per sconfitto, pur subendo un operazione alla fascia plantare e quella per il tumore benigno di tre anni fa. Dopo due operazioni comunque fastidiose, con conseguenti problemi, soprattutto dopo che il fastidio si è ripresentato per ben 3 volte, il serbo è stato più volte fermato da ricadute influenzali fino all’ultima stangata: il problema al tendine del ginocchio destro, a cui dovrà operarsi, per tornare al top nel 2018…a 34 anni.
GLI INIZI- Tipsarevic si è mostrato un ragazzo pieno di forza di volontà, sin dalla sua vittoria juniores nel 2001, a Melbourne, agli Australian Open, raggiungendo anche la seconda posizione mondiale juniores, a soli 17 anni. L’anno della caduta delle Torri Gemelle a New York, e quello successivo, sono stati molto importanti, con l’esordio in Coppa Davis, e la vittoria futures in casa, nella città natale, seguito da quello in Messico. Prime delle prime esperienze negli Slam, uscendo ai primi turni, arrivano i primi 3 successi nei Challenger, come in Germania e due in doppio. Il suo esordio ATP, avviene ad Indianapolis, esce al secondo turno, sorte differente invece a Flushing Meadows e Parigi, dove esce di scena al primo turno. Ma nel 2005, grazie alla partecipazione a ben 15 tornei ATP, entra tra i primi 100 al mondo, mostrando la sua propensione nel mettere tutto in campo, come a Wimbledon, dove raggiunge il 3° turno, migliorandolo nei due anni successivi con gli ottavi di finale. Proprio qui nel 2007, vinse ben tre partite consecutive al 5° set, cosa che non accadeva dal lontano 1974. Grazie a questi risultanti importanti, raggiunge la posizione #48, guadagnando ben 17 posizioni dell’anno precedente, in cui aveva raggiunto il 3° turno a Parigi, dove l’anno dopo, arriverà ai quarti in doppio Nel 2008 si ripete a Londra, ma viene fermato da problemi fisici, come dopo 2 mesi a New York.
GLI ANNI MIGLIORI E GLI INFORTUNI- Dopo gli anni di apprendistato, il giocatore serbo comincia a scalare la classifica e a conquistare finali, come quella del 2009 a Mosca, su cemento indoor, perdendo in 3 set contro il padrone di casa Michail Juznyj mentre la seconda finale arriva l’anno successivo, sull’erba olandese di ‘s-Hertogenbosh perdendo contro Serhij Stachovs’ky. Ma il 2010, è l’anno importante soprattutto per la più grande soddisfazione della carriera: la vittoria in Coppa Davis, da gregario, certo, ma l’esordio in finale della nazionale, vittoriosa in rimonta, il 4º giocatore più vincente del suo paese, non poteva proprio immaginarlo. D’altronde, la prima finale di sempre giocata, in passato, era stata vinta solo dalla Svezia di Borg nel 1975 e quella di 30 anni dopo della Croazia di Ljubicić, senza contare quella del Sud Africa sull’India che si ritirò nel ’74. Le prime finali perse, sono come un assaggio del successo per il serbo in rampa di lancio, che tra il 2011 e il 2012, colleziona vari successi interessanti, in singolo e in doppio: nel 2011 infatti, raggiunge ben 5 finali, vincendone due, a Kuala Lampur contro Marcos Baghdatis e a Mosca, contro il connazionale Viktor Troicki. Nell’anno migliore, in cui raggiunge più atti finali, perde a Delray Beach da Juan Martin Del Potro, altro modello di come non bisogna mollare mai, a Eastbourne da Andreas Seppi e a San Pietroburgo contro Marin Cilic. Dopo le vittorie, naturalmente, anche il salto in classifica, in cui raggiunge la top ten, e di conseguenza l’ATP Tour Finals, in cui batte il connazionale Nole nel round robin. L’anno seguente, il classe ’84, continua a giocare in maniera brillante, raggiungendo altre 5 finali, di cui 2 in doppio, confermando una top 10 miracolosa, secondo serbo dopo Djoko. Nel 2012, vince solo Stoccarda contro Juan Monaco, raggiungendo altre due finali, a Chennai, perdendo una maratona di ben 3 tie-break contro Milos Raonic e a Gstaad, dopo aver vinto il primo set, perde contro Thomaz Bellucci. In singolare inoltre, conferma i quarti agli Us Open, conservando punti preziosi del 2011, garantendosi così, la seconda partecipazione consecutiva allo O2 Arena di Londra, per il torneo conclusivo per eleggere il Maestro stagionale. Infine, nel 2012, arriva l’unico successo in doppio, con il padrone di casa a Chennai, Leander Paes, dove aveva perso due anni prima con il compagno Lu e dove, nel 2013, vincerà l’ultimo torneo della carriera, in una storia commovente nel torneo indiano. Infine, nel 2012 arriva anche la prestigiosa finale di doppio a Roma, con l’altro esperto della specialità, Lukasz Kubot, perdendo nettamente in due set contro gli spagnoli Marc Lopez e Marcel Granollers. Il 2013 dunque si apre subito con la vittoria del ATP 250 di Chennai, ma il dramma ha inizio, con le tre operazioni al piede sinistro e i conseguenti problemi derivanti dal tallone sinistro, che ne hanno messo a rischio la carriera. Lentamente, dopo un triste 2014, rientra nel circuito nel 2015 a Houston, ma per un infezione virale, salta anche il Roland Garros.
LA LENTA RISALITA E IL FUTURO- Il lungo calvario, all’alba del 2016, non era finito, anzi, i problemi, anche mentali, continuavano, con un Tipsy caduto in stato depressivo, ma grazie all’aiuto dei famigliari e alla sua forza, è riuscito a rialzarsi, e tornare nel circuito, partendo dalle retrovie, con la solita umiltà che lo contraddistingue. Il talento e la passione del serbo, non sono mai svaniti, anzi, sono aumentati, complice una voglia matta di giocare e dimenticare gli anni bui. Dopo duri allenamenti nel 2016, con silenzi stampa che hanno indispettito giornalisti ma anche impaurito, hanno dato una seconda giovinezza al serbo, come dimostrato nel 2017, in cui ha vinto 5 Challenger su 5, dominando soprattutto in Asia, e risalendo oltre 460 posizioni, fino ad arrivare al 68° posto, superando addirittura la rimonta dell’anno passato di Delpo. L’obiettivo dichiarato del serbo era rientrare tra i primi 30, ma lo stop e il rientro nel 2018, servirà a beneficiare delle ultime forze, per sparare le ultime cartucce di una buona carriera, ma di un immenso uomo. Magari ritrovando il tennis di quegli anni, provando a ripercorrere quelle partite come il 3° turno agli AO contro Federer, in cui il serbo diede filo da torcere, perdendo solo al 5° 10-8. Proprio prendendo spunto dallo svizzero, nella sua voglia di giocare e invenzione di ricrearsi, è riuscito a darsi nuove motivazioni e nuovi stimoli, in questi ultimi 3-4 anni. Dopo il torneo degli US Open 2017, il serbo è tornato nel limbo degli infortuni. Il ritorno è avvenuto lo scorso gennaio, agli Australian Open contro Grigor Dimitrov. Dopo aver partecipato ai tre Slam, prenderà parte all’ultimo in carriera: gli US Open, negli States, dove, con i quarti di finale a Houston, ha raggiunto il miglior piazzamento del 2019. Grazie Janko, un altro atleta dal cuore d’oro lascia il tennis.
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Era ora. 5 anni che non si vede
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