È il maggio del 2003 e al Foro Italico di Roma entra per la prima volta in tabellone una diciottenne serba di nome Jelena Jankovic. È l’inizio di una storia d’amore tormentata e appassionante.
La giovane Jelena ha vinto due anni prima gli Australian Open juniores e l’essere la nuova pupilla di Nick Bollettieri ha reso il suo nome non certo sconosciuto ai più che bazzicano il circuito maggiore. Inoltre, sempre in Australia, la serba ha fatto per la prima volta la sua comparsa in un torneo del Grande Slam e a fine anno entra tre le prima novanta giocatrici del mondo. Da quest’anno inizia un graduale percorso che la porterà cinque anni più tardi a toccare la vetta del ranking mondiale; questo iter ha tra le sue tappe fondamentali il torneo di Roma.
Tra i Premier 5, Roma è il torneo che prima di tutti abbraccia la giocatrice di Belgrado e da subito Jankovic si trova bene. Perde al primo turno, sì, ma non senza lottare. È la svizzera Emmanuelle Gagliardi a prevalere, solamente dopo un interminabile 7-5, 2-6, 7-5. Nonostante l’ottima performance, l’anno seguente Jelena non riesce a superare le qualificazioni, segnando il 2004 come l’unico anno nel quale la serba non ha preso parte al torneo nel main draw.
Immemore del passato risultato, nel 2005 per Jelena continua il crescendo del livello di gioco, dei risultati, delle soddisfazioni. Dal primo turno di due anni prima, quest’anno riesce a raggiungere il secondo turno e nel 2006, finalmente, conquista il suo primo quarto di finale. Sarà solamente una delle sue più agguerrite rivali, Venus Williams, a fermarla, dopo un 7-5, 4-6, 1-6.
È tempo ora per Jelena Jankovic del biennio magico. Il 2007 e il 2008 coincidono con l’apice del gioco della serba e, non a caso, conquista il titolo per ben due volte consecutivamente. Testa di serie numero 3 del torneo, Jankovic per arrivare al trofeo sconfigge avversarie di primo profilo come Alona Bondarenko, Elena Dementieva, Patty Schnyder e infine Svetlana Kuznetsova. Perfettamente a suo agio nei panni di campionessa del Foro Italico, l’anno seguente l'”Imperatrice”, pochi mesi prima di essere incoronata regina del ranking, riconferma il successo del 2007, battendo Flavia Pennetta, Maria Kirilenko, Venus Williams e, approfittando nel ritiro di Sharapova, Alize Cornet in finale.
La scalata è ormai avvenuta e, come sembra essere normale, sopraggiunge anche la -relativa- discesa. Nel 2009 la russa Kuznetsova, in un anno di splendore su terra, si vendica della finale persa due anni prima e sconfigge la serba nei quarti di finale.
Tuttavia il vero boccone amaro per Jelena è rappresentato dall’edizione 2010 degli Internazionali. Dopo un torneo pressoché perfetto, dove la serba riesce a sconfiggere sia Venus che Serena -quest’ultima dopo una partita passata alla storia-, perde in finale con grande sorpresa e imbarazzo dalla spagnola Maria José Martinez Sanchez. Prima di allora l’iberica non aveva mai raggiunto neanche una finale Premier e aveva raggiunto, al massimo, dei terzi turni dei tornei del Grand Slam. Si tratta di una sconfitta davvero difficile da superare per Jelena e nell’anno successivo arriva nuovamente ai quarti di finale.
Dopo il biennio 2007-2008 di splendore, si fa sentire anche in quel di Roma il biennio del totale calo di forma, 2011-2012. Nel 2012, addirittura, Jankovic esce al primo turno, cosa che non le capitava proprio da quel 2003 che l’aveva vista debuttare ancora teenager al Foro Italico. A rispedire a casa Jelena è una sua bestia nera, Sorana Cirstea, che la estromette dal torneo dopo un duro 3-6, 6-4, 6-7(4).
L’anno della rinascita è il 2013 e a Roma Jelena torna a raggiungere il suo minimo indispensabile: i quarti di finale. Perderà dalla futura stella Simona Halep, un’altra rumena, che le annullerà perfino match point. Invece, in un anno non molto proficuo come il 2014, Jankovic torna in semifinale da quel famoso 2010. Sconfiggendo Kuznetsova, Pennetta e Radwanska, sarà l’italiana Sara Errani, altra bestia nera della giocatrice di Belgrado, a fermarla ad un passo dalla finale.
Che Jelena Jankovic abbia sempre dato il meglio di sé sui campi romani è indubbio, come è indubbio l’amore che Jelena prova per il nostro paese, costantemente ricordatoci dalle foto che la giocatrice posta sui social network del suo tempo libero nella città eterna.
Un relazione vera e propria quella tra la serba e gli Internazionali, tra grandi gioie e cocenti delusioni, che ci permette di tracciare un percorso importantissimo nella storia della campionessa di Belgrado, che si è poi sempre ripercosso nell’andamento della carriera di Jelena. Esso rappresenta quindi un fondamentale filo rosso per comprendere Jelena Jankovic.