Il mondo del tennis sembra definitivamente pronto a riabbracciare Jerzy Janowicz, il gigante di Lodz. Fermo dal 10 novembre 2017, data del suo ultimo match ufficiale nel circuito Atp, il polacco ha scelto il nuovo decennio per fare il suo ritorno sui palcoscenici importanti, vincendo due partite a livello Challenger nel mese di gennaio. La svolta, però, sembra poter essere arrivata con la semifinale raggiunta a Pau. Omaggiato di una wild card da parte degli organizzatori, Janowicz ha perso appena un set nei quattro match disputati e si è spinto fino al penultimo atto del torneo, offrendo ottime prestazioni e facendo trasparire segnali estremamente positivi. Per rendere il tutto più magico, Jerzy ha deciso di fare quest’exploit proprio in Francia, nel paese che gli ha cambiato la vita e la carriera.
Era il 2012 quando un 21enne dal nome e cognome sconosciuto si presentò al tennis dei grandi nel Masters 1000 di Parigi Bercy, vincendo un match dopo l’altro fino ad arrivare in finale tra lo stupore di tutti. Uno stupore che però non era dato tanto dallo strepitoso percorso nel torneo, quanto dal fatto che nessuno o quasi aveva mai sentito parlare di questo tennista. Un giocatore che meritava e ha meritato di occupare determinate posizioni nel ranking e che, così come era arrivato, è sparito: dal nulla.
Purtroppo gli infortuni hanno condizionato significativamente la sua carriera, tenendolo ai box svariato tempo e costringendolo a ricominciare da capo. Il polacco però non ha rinunciato a togliersi numerose soddisfazioni. Oltre alla finale raggiunta a Bercy, ma persa contro Ferrer, Janowicz ha centrato la semifinale a Wimbledon ed è stato capace di toccare un best ranking di numero 14. Al contrario non ha mai vinto un titolo Atp, né in singolare né in doppio, ma il tempo per rimediare non manca.
Nonostante i suoi 203 cm, di lui tutto si può dire fuorché sia un giocatore dipendente esclusivamente dal servizio. Indubbiamente la battuta lo agevola in maniera notevole, ma i suoi colpi da fondo campo non sono meno efficaci ed inoltre si muove molto bene in campo vista la stazza. Un particolare che lo contraddistingue rispetto agli altri giganti del circuito è la palla corta. Il polacco ricorre spesso a questa soluzione, che è nelle sue corde e che spesso riesce a regalargli il punto direttamente, strappando anche gli applausi degli spettatori. Noto ai più non solo per le sue doti tennistiche ma anche per alcuni suoi comportamenti sopra le righe – ne sa qualcosa il giudice di sedia che arbitrava il suo incontro con Devvarman agli Australian Open – Jerzy è apprezzato anche per questo.
Potenza, esplosività e un pizzico di follia. Janowicz sta prendendo la rincorsa per tornare dove gli compete. La Polonia sorride. Il tennis anche. Potrà ancora ricavarsi uno spazio nel circuito Atp?