Kader Nouni, quando la star è il giudice di sedia

Serafico, rassicurante, deciso. Dai campi della Francia del Sud a famoso giudice di sedia. Con polemiche e momenti clou annessi...

Vi siete mai soffermati a guardare i giudici di sedia? A pensare che anche loro hanno una storia e un percorso che li hanno portati proprio lì? Ad ammirare la serafica calma con cui rispondono anche alle tenniste e ai tennisti più indiavolati. Io adoro Kader Nouni.

È tra i più famosi. Bellissimo tono di voce, pacato e rassicurante, ma deciso. Educato, disponibile. Ha raccontato in alcune interviste di aver sempre amato il tennis, sin dai primi tornei in età adolescenziale nel sud della Francia, dove è nato e cresciuto. Tanta gavetta sino alla grande scalata iniziata nel 2005.

Sa di essere un privilegiato, sa di aver vissuto e goduto e ancora godere di match e confronti senza tempo. “La passione è il motore che mi muove. Posso vedere da una posizione privilegiata grandissimi match”. Adora l’atmosfera creata in certi campi dai tifosi, “alcuni sono da pelle d’oca”.

Lancia lodi incondizionate all’occhio di falco. “Aiuta chiunque: giocatori, ufficiali di gara e pubblico, perché le televisioni lo rendono molto appassionante”. Insomma, hawk eye è davvero un’innovazione epocale. Più scettico sulla sua eventuale introduzione anche nei campi in terra battuta: “Non è faticoso andare a controllare se la pallina è uscita”. E, magari non lo dice ma lo pensa, fare la sfilata e essere protagonista per qualche secondo, quando un intero stadio e entrambi i tennisti pendono dalla tua bocca (talvolta pronti a sbranarti) non deve essere poi così male. Essere l’autore e l’esecutore di un giudizio insindacabile, chissà com’è. “Comunque è semplice arbitrare i giocatori di alto livello, sono davvero corretti”.

Come ogni arbitro di sedia, però, non è immune dalle critiche e dalle polemiche. Quali sono gli episodi più significativi? Quante volte Kader Nouni è stato effettivamente sbranato? Vi lascio a qualche video…




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