Cosa è successo
Kateryna Kozlova, numero 97 delle classifiche mondiali, è stata estromessa nelle scorse ore dal torneo inglese per mano di Agnieszka Radwanska con il netto punteggio di 6-2 6-1. Ma la soddisfazione è comunque tanta, perché la tennista ucraina è tornata alle competizioni solo alla fine dello scorso anno dopo una sospensione di sei mesi per doping.
Nel marzo 2015, infatti, nella casella di posta trova una mail: è stata trovata positiva allo stimolante DMBA. “Non stavo capendo assolutamente nulla. Mi sono seduta, sconvolta, ma sotto sotto ero convinta si trattasse di un errore”. Dopo essersi consultata con alcuni esperti di un’università medica di Mosca, la Kozlova capisce che la colpa è dell’allenatrice, Elena Dorofeyeva (ex campionessa russa di nuoto negli anni ’80 e dagli anni ’90 allenatrice in diversi sport), rea di averle consigliato la Red Rum SS, spacciata per un energy drink.
Una nuova pagina
“Mi aveva detto di berlo trenta minuti prima dei match perché era un energy drink fantastico, ricco di vitamine e amato anche da tante altre atlete. Io mi fidavo ciecamente di lei”. Una volta posta di fronte al fatto compiuto, però, l’allenatrice ha negato tutto, per poi sparire: “Non abbiamo nulla di cui discutere: è colpa tua o di un altro dottore”. Un altro dottore che non c’era stato: la Dorofeyeva viene giudicata colpevole e condannata dal tribunale a quattro anni di sospensione. Contemporaneamente viene ridotta la squalifica alla Kozlova, a sei mesi appunto. “Non posso dire di essere felice, ma so che almeno non potrà più fare lo stesso con altri atleti. Ora voglio solo chiudere questo spiacevole capitolo della mia vita e andare avanti. Sono contenta di essere tornata e di giocare in tornei pazzeschi” ha raccontato al New York Times.