10 aprile del 1996: ci troviamo in Adelaide, capitale dello Stato dell’Australia meridionale quando Trevor e Voula, immigrati dalla Grecia, danno vita a Thanasi Kokkinakis.
Sin da piccolo Thanasi cresce a pane e tennis: in particolare rimane incantato dal gioco di Marat Safin, tuttora il suo più grande idolo e fonte di ispirazione lungo il corso della sua carriera.
Kokkinakis mostra subito di essere motivato a far parte del mondo dello sport, e inizia a partecipare a tornei Juniores ottenendo ottimi risultati: tra i più memorabili vi è sicuramente la finale degli Australian Open 2013, persa contro il connazionale Nick Kyrgios; tuttavia, se da un lato questo traguardo testimoniò il talento del giocatore australiano, dall’altro lasciò intendere che il suo futuro non sarebbe stato affatto rose e fiori. Proprio in tale occasione, infatti, Kokkinakis subì una frattura da stress alla schiena che gli impedì di competere per metà stagione.
Tornato appena in tempo per Wimbledon, sempre nello stesso anno raggiunge la finale di doppio dello Slam londinese a livello Juniores, stavolta vinta proprio con Kyrgios; come se non bastasse, si presenta in America con una voglia di riscatto tale da procurargli un’altra finale Slam, stavolta persa per mano di Borna Ćorić.
Arriva poi il 2014: Kokkinakis si presenta a Melborune dove ottiene una wild card che gli consente di partecipare per la prima volta ad uno Slam del circuito professionistico: dopo aver vinto il primo turno, l’australiano deve però arrendersi di fronte all’ex numero 1 del mondo Rafael Nadal.
Thanasi conferma il secondo turno agli Australian Open anche nel 2015, anno in cui raggiunge il suo best ranking (69esima posizione) e il suo miglior risultato in uno Slam: per la prima ed unica volta accede infatti al terzo turno a Parigi; tuttavia, in quello stesso anno la carriera del tennista emergente inizia a prendere una salita sempre più tormentosa, causa diversi infortuni che gli impediscono di competere adeguatamente.
Tra i vari infortuni, ricordiamo quello all’inguine dopo gli US Open 2015, il quale addirittura mise a rischio il suo futuro nel mondo del tennis; per fortuna però il giocatore australiano ritorna, e nel 2017 conquista la sua prima finale nell’ATP 250 di Los Cabos, dove perde al terzo set per mano di Sam Querrey.
Dopo l’ennesima finale mancata, Kokkinakis deve aspettare il Masters 1000 di Miami del 2018 per avere l’attenzione su di sé: indimenticabile rimane infatti la vittoria in rimonta ai danni di Roger Federer al secondo turno, in cui dimostrò di avere le giuste qualità per guadagnarsi il suo posto nel circuito. Sfortunatamente però il resto della stagione non gli sorride, e ancora una volta la sua fioritura è rimandata.
Durante l’inizio del 2019 si presenta a Melborune fiducioso; tuttavia l’ennesimo infortunio (stavolta ai pettorali) lo obbliga a ritirarsi già al primo turno, rinunciando così nuovamente alla possibilità di un exploit.
Attualmente Thanasi sta giocando in Italia al Challenger di Barletta, dove si è oggi imposto su Giulio Zeppieri, guadagnando l’accesso agli ottavi di finale.
Nella speranza che quest’anno sia quello buono per sbocciare completamente, auguriamo a Kokkinakis un buon compleanno; d’altronde, diversi giocatori hanno iniziato ad imporsi alla sua età (se non dopo addirittura), quindi non è ancora detta l’ultima!
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If Kyrgios is a bad boy then Thanasi is playboy as well. What more one can expect from undisciplined athletes?!