Quando ancora i comuni mortali, appena raggiunta la maggiore età, cominciano a malapena a rendendosi conto che la vita comincia in quell’istante, proprio allora due tennisti, generazione 2000, stanno già festeggiando i loro successi e iniziando a persuadere di avere, davanti a sé, una lunga e sfavillante carriera.
Questo accade a Félix Auger-Aliassime e Bianca Andreescu, i due giovanissimi nuovi talenti che, neanche diciannovenni, sono esplosi nel giro di poco più di un anno, arrivando nelle parti alte dei tornei, annientando con facilità tennisti esperti, mettendo record e scalando vertiginosamente le classifiche ATP e WTA.
Nato in Canada, da padre togolese e madre quebecchese, Félix inizia a giocare a tennis all’età di 5 anni e, a soli 15 anni, approda già nel mondo dei professionisti aggiudicandosi così il record del primo tennista, nato nel nuovo millennio, ad entrare nel ranking. Il suo gioco potente mostra un alto livello tecnico, abbastanza raro in giocatori così giovani.
Nel 2018 fa il suo esordio in ATP, ma agli Us Open si vede costretto a ritirarsi per un problema cardiaco di cui soffre da quando era piccolo, proprio durante una partita a cui teneva moltissimo, contro il connazionale e amico di sempre Denis Shapovalov. Un mese più tardi rientra e conclude la stagione al nº 108 della classifica ATP.
Sarà proprio il 2019 che vede nascere la stella “Felice”. A febbraio, durante il torneo di Rio De Janeiro suo primo ATP 500, nonostante partecipi grazie a una wild-card, approda per la prima volta in finale in cui poi sarà sconfitto dal serbo Laslo Dere.
Grazie ad un’altra wild-card partecipa al Masters 1000 di Indian Wells dove non raggiungerà gli ottavi di finali, ma otterrà la sua prima vittoria contro il Top 10 Stefanos Tsitsipas.
Superati i turni delle qualificazioni, inizia la scalata verso la vittoria nel torneo Masters 1000 di Miami in cui si scontra con il numero 12 Borna Coric che supera ai quarti, diventando così il più giovane semifinalista di sempre nel torneo della Florida. Perderà la semifinale con John Isner ma, raggiungendo la 33° posizione e quindi scalando la classifica di 75 posizioni in soli 4 mesi, diventa il primo giocatore nato nel terzo millennio ad entrare tra i primi 40 giocatori della classifica ATP.
Curioso è il giorno di nascita: l’8 agosto, proprio come Roger Federer, non a caso suo idolo. Che sia il suo erede? Ai posteri l’ardua sentenza.
La connazionale di Felix, Bianca Andreescu, ha origini rumene e inizia a giocare a tennis all’età di 7 anni e nel 2017, dieci anni dopo, vince diversi tornei ITF e raggiunge i quarti del WTA a Washington.
Se il 2018 la vede ottenere risultati solo nel circuito ITF e lo termina posizionandosi al numero 152 della classifica, il 2019 comincia con un’altra marcia sbaragliando rivali di tutto rispetto e scalando ben 129 posizioni, centrando il numero 23 al termine del torneo, svoltosi in marzo, di Miami.
Durante il torneo di Auckland elimina giocatrici come Caroline Wozniacki, numero tre del mondo, e l’esperta Venus Williams, raggiungendo la sua prima finale WTA in carriera persa poi contro Julia Görges. Solo venti giorni dopo festeggia la vittoria di un torneo WTA 125 a Newport Beach.
Inizia molto bene il torneo ad Indian Wells che termina con la sua vittoria mettendo davvero il sigillo del proprio talento. Inoltre Bianca, sconfiggendo in finale Angelique Kerber, attuale numero 5, ha stabilito un nuovo record: è la prima wild card a raggiungere e vincere la finale nella storia del torneo.
Pare una storia già sentita, quella di un anno fa che vedeva protagonista Naomi Osaka: anche lei vinceva il suo primo titolo WTA come outsider proprio a Indian Wells.
La canadese partecipa anche al torneo di Miami dove, per ironia della sorte, incontra e si scontra nuovamente con una Kerber un po’ arrendevole che le lascia il match, facendola approdare agli ottavi dove poi si ritirerà per problemi alla spalla destra. La partita con la tedesca rimarrà sicuramente impressa per il saluto algido a fine match. La Kerber infatti ha definito la Andreescu “drama queen”, ovvero la regina delle sceneggiate. Durante entrambi i loro incontri la canadese si è dovuta più volte fermare per dolori, con tanto di fisioterapista in campo ma, una volta ripreso, ha eseguito colpi ben saldi.
La forza di Bianca non sta solo nel dritto, molto potente e sicuro, e nel suo modo di giocare, energico, ma anche nella sua prestanza mentale. Nonostante i dolori è riuscita ad andare avanti, finendo e vincendo le partita. Sembra inoltre che la paura di mettersi in gioco e di affrontare le big non faccia parte del suo carattere. Appare sempre fredda e grintosa, con l’obiettivo ben presente davanti a sé: vincere.
Il punto di forza di questi due ragazzi canadesi potrebbe anche risiedere nell’incoscienza dei loro 18 anni, ma sicuramente non possiamo non asserire che due nuovi talenti sono sbocciati. Lo speriamo vivamente perché noi appassionati siamo davvero contenti di poter gustare partite combattute e ci viene spontaneo sostenere chi si palesa come il futuro del tennis. Pur amandoli molto, ci farebbe piacere che i più grandi trovassero in questi giovani pane per i loro denti.
Isabella Bonciani
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Ho la vaga impressione che in Canada s’investe molto sui giovani futuri campioni del tennis e si e’ visto! Bravi
Shapo……