La carta vincente belga: David Goffin

David nasce il 7 dicembre 1990. Inizia a colpire le prime palle all’età di sei anni con il papà Michel, nel Barchon Club di Liege. Il piccolo si mostra subito disposto ad imparare e, dopo alcuni anni nel circuito Juniores, inizia nel 2009 a giocare i primi tornei Futures e Challenger. La prima vittoria nel circuito dei “grandi” arriva due anni dopo, a Chennai, e precede l’anno della svolta del belga. Nel 2012, infatti, dopo aver raggiunto i quarti di finale nella stessa Chennai dell’anno precedente, arriva al Roland Garros da lucky loser. Giunge inaspettatamente al quarto turno, dove strappa un set a Roger Federer.

Due settimane dopo raggiunge il terzo turno anche a Wimbledon e, a fine anno, trascina il Belgio nel World Group di Coppa Davis. Il gioco di Goffin, fresco e pulito, e la sua ottima preparazione atletica stupiscono tutti. Continua a impressionare giocando grandi match con giocatori del calibro di Djokovic e Nadal, sebbene il numero di titoli archiviati rimanga fermo a zero. Il 2014 inizia all’insegna di un grave infortunio ai quadricipiti, che non gli consente di giocare per metà anno. Al rientro, però, David sembra un altro giocatore. Vince 4 tornei di fila: 3 Challenger e, finalmente, il suo primo titolo ATP, a Kitzbühel. I 40 set vinti su 42 giocati e la striscia di 20 vittorie consecutive, evidenziano ancor di più la forma smagliante del belga.

Qualche mese dopo, a Metz, si porta a casa il secondo titolo ATP in carriera, e, a Basilea, si spinge fino alla finale dove perde solo dal re di casa, Roger. I due titoli, le tante partite vinte e il passaggio da numero 111 a 22 del ranking gli valgono il premio come Comeback Player of the Year. Gli anni successivi vedono David farsi strada nei tornei più importanti del calendario; raggiunge infatti le semifinali sia a Indian Wells che a Miami, i quarti di finale al Roland Garros, e altre tre finali, a s-Hertogenbosch, Gstaad e Tokyo. Nel 2015, si rende inoltre protagonista della scalata della sua nazione verso la finale di Coppa Davis, persa solo dalla Gran Bretagna dei fratelli Murray. Stabilmente tra i primi 20 giocatori della classifica mondiale, “La Goff”, così soprannominato, è il classico giocatore che può dare fastidio anche ai top players, con il suo tennis preciso e intelligente. Il 2017 inizia con i quarti di finale agli Australian Open, miglior risultato del belga nello slam australiano. Dopo poche settimane raggiunge la finale a Sofia, dove perde dal padrone di casa, Grigor Dimitrov.

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Il periodo di forma del belga continua, ma allo stesso tempo aumenta il distacco tra finali giocate e vinte. A Rotterdam, infatti, approda in finale, perdendo questa volta dal francese Jo-Wilfried Tsonga in tre set. La consolazione, però, non è cosa da poco; David entra nella top 10 ATP, primo belga a riuscire nell’impresa. La semifinale raggiunta a Montecarlo, dopo essersi sbarazzato di Thiem e Djokovic, sembra essere di buon auspicio per la stagione sul rosso, ma il fato aveva per Goffin piani diversi. Durante il suo match di terzo turno a Parigi, David inciampa su un telone mal posizionato a fondo campo e a risentirne è la sua caviglia. Il rocambolesco infortunio non gli consente di giocare alcun torneo sull’erba, costringendolo al rientro solo nei tornei sul cemento nordamericano. Per la prima volta in carriera raggiunge il quarto turno agli US Open, perdendo dalla promessa russa, Rublev. Qualche giorno fa il nativo di Rocourt, dopo aver sconfitto in finale Alexandr Dolgopolov, è riuscito ad ottenere il suo terzo titolo, a Shenzhen. “Questa vittoria è speciale” rivela ai giornalisti “è sempre difficile tornare dopo un infortunio, ma ho vinto qui (Shenzhen) e sono riuscito a portare la mia squadra di Coppa Davis nuovamente in finale”. Le parole fiduciose di Goffin per il futuro fanno sicuramente ben sperare. Trovare un giocatore che possa eguagliare le vittorie delle compatriote Henin e Clijsters è arduo, ma il belga, nel suo piccolo, sta lentamente raggiungendo i suoi obiettivi. In un circuito come l’ATP, emergere, per un ragazzo della sua età, non è affatto facile. Da una parte ci sono i tanti giovani, accaniti e grintosi, dall’altra i grandi nomi del tennis, come Nadal, Federer e Djokovic, che continuano a mantenere la supremazia. Nonostante tutto, e nonostante le critiche sul suo gioco, definito come non adatto a contrastare la potenza di tanti giocatori, David Goffin ha dimostrato dove la caparbietà possa portare. Ora arriva per lui un periodo molto intenso.

La corsa al Master di Londra non è ancora finita, e lui, numero 11 della race, dovrà dare del suo meglio se vorrà partecipare all’evento più esclusivo dell’anno. In questi giorni sarà impegnato a Tokyo, ma, successivamente, arriveranno i grandi appuntamenti di Shangai e Parigi, entrambi Masters 1000. Con la sua educazione mista a timidezza, e le sue guance rosse, riferisce ai giornalisti dell’ATP: “Non potrei essere più felice in questo momento”. Ma noi, David, ti auguriamo di esserlo ancora di più, e per ancora tanto tempo.

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