Una ragazza nata e cresciuta con l’etichetta dell’enfant prodige, ma che a tennis non ci voleva giocare. La cucina era la sua passione, ma a suo padre non ne è mai importato. Scopriamo meglio la travagliata storia di Timea Bacsinsky, svizzera di origini ungheresi, che in questo periodo sta manifestando il miglior stato di forma della sua carriera.
Con la sorprendente vittoria in rimonta sulla Svitolina ad Indian Wells la Bacsinszky conquista la sua quindicesima vittoria consecutiva nel 2015. Pensare che una così era stufa del tennis tanto da incominciare a lavorare è da mangiarsi le mani: ha fatto la cameriera, l’aiuto-cuoco e la receptionist, per poi essere avvertita dal destino che questo gioco era ciò per cui era nata.
Ossessionata da un padre padrone che la considerava una figlia soltanto agli allenamenti, Timea era una ragazza fragile che amava la scuola, non perchè fosse brava, ma perchè solo lì poteva interagire con gli altri come una bambina qualunque, senza essere sgridata brutalmente per un dritto eseguito male. Il suo rapporto con il papà è praticamente nullo, non vuole averci a che fare nè tantomeno ringraziarlo per essere diventata una tennista: lei deve tutto alla sua mamma, che le ha dato la forza per ricominciare quando nel 2013 – dopo l’ennesimo infortunio con conseguente operazione chirurgica – voleva mollare tutto.
Forse il tennis era diventato un’ ossessione, una cosa che non riusciva a farla stare tranquilla. Lo stress, tutti che parlavano di lei come la nuova Martina Hingis, l’idea che forse aveva sprecato i suoi migliori anni a giocare a tennis la logorava: tanti sono i fattori che avevano abbattuto la giovane Bacsinszky, una 23enne che aveva solo bisogno di uscire da quella rete di indecisioni. E così ha scelto: avrebbe provato a ricominciare, perchè in fondo a lei piaceva giocare a tennis, e forse perchè sapeva che sarebbe potuta diventare qualcuno.
Oggi qualcuno lo è, ha scelto il gioco del tennis non per suo padre, nè per i soldi: l’ha scelto per lei. In questo modo è riuscita a restituire tutto quello che sua madre gli prestò quando volle ricominciare, e soprattutto è riuscita nell’impresa di ritrovare sè stessa. Le lacrime dopo la vittoria al secondo turno di Indian Wells contro Elena Svitolina lo dimostrano. In quella mente straziata dalla commozione sono riemersi un’infanzia difficile, vissuta tra continui litigi dei suoi genitori – tanto da desiderare il loro divorzio – e una gioia mai provata nel calcare il campo da tennis.
Grazie alla sua grande forza di volontà è finalmente riuscita a dimenticare quello che per lei non sara mai un padre, e ha cominciato a vincere come da bambina, quando stupì tutti nel torneo dei Petit As, che vinse per due volte a 13 e 14 anni. Nel 2015 sono già due i trofei conquistati: uno ad Acapulco e l’altro a Monterrey, entrambi sconfiggendo Caroline Garcia, senza contare la finale persa contro Simona Halep a Shenzen. Ora si gioca i quarti ad Indian Wells contro Serena Williams: è ancora presto per stupire così tanto? Chi lo sa, intanto si gode la sua serenità: d’altronde ci ha impiegato quasi 25 anni per conquistarsela. Un bel grazie a Timea Bacszinszky che può insegnarci sicuramente molto su come vivere.